Politica

"Piombino non tornerà più a produrre acciaio"

Così Luigi Coppola e Massimo Aurioso hanno rincarato la dose sul destino dell'acciaieria di Piombino: "In Comune non sembra ci siano idee chiare"

Luigi Coppola

"La vicenda dello stabilimento ex Lucchini è arrivata al capolinea", ne sono convinti Luigi Coppola e Massimo Aurioso rispettivamente segretario provinciale e coordinatore locale Udc. 

"Al di là delle dichiarazioni di rito, sempre meno credibili, - hanno aggiunto - è evidente che non vi siano più le condizioni per tornare a produrre acciaio a Piombino. Questa è la realtà di cui si deve prendere atto. Stendiamo un velo pietoso su una classe dirigente che ha creduto imperterrita al progetto Cevital, nonostante vi fossero concrete e legittime perplessità fin dall'inizio avanzate da più parti". 

Secondo i due esponenti Udc a questo punto bisognerebbe rivalutare attentamente la variante Aferpi e capire come muoversi in merito alle aree demaniali.

"A nostro avviso, però, non sembra che in Comune ci siano le idee chiare, tanto meno in regione, basti pensare alle cicliche strumentali dichiarazioni del governatore Rossi, che continua a sciorinare frasi fatte sulla produzione di acciaio a Piombino senza tener conto di ciò che sta accadendo. - e hanno puntualizzato - A questo punto serve un'idea concreta sul futuro di questo territorio, con una programmazione ed una pianificazione che veda i principali protagonisti, comune Regione e Governo, capaci di sostenere insieme un percorso virtuoso e concreto". 

"Il tempo degli annunci roboanti e delle firme in pompa magna non è più tollerabile, - hanno concluso - i cittadini non ne possono più di questi rituali tesi solo a prolungare i tempi ed a mascherare i fallimenti di un'intera classe dirigente. La monocultura industriale è finita, serve uno scatto verso la diversificazione".

Giudizio impietoso per l'attuale classe dirigente. "L'auspicio è che se ne vada a casa al più presto, liberando il territorio da un'egemonia che lo sta conducendo lentamente ad un inesorabile declino".