Lavoro

Nuova commessa rotaie, “Jsw non è affidabile”

Camping Cig preoccupato per il futuro delle acciaierie: “Il governo Meloni prosegue come i governi precedenti: Piombino non conta niente”

“La commessa rotaie Rfi per 922 milioni a Jsw Steel Italy potrebbe riguardare poco lo stabilimento di Piombino: niente vincola l’azienda a produrle qui. Con tanti saluti alle mirabolanti promesse che Carrai ripete per l’ennesima volta”.

Ne è convinto il coordinamento Articolo 1 Camping Cig.

Il governo Meloni prosegue come i governi precedenti: Piombino non conta niente. Se ne accorgono le organizzazioni sindacali, che, dopo un anno, tornano finalmente a convocare l’assemblea dei lavoratori. Sembrano accorgersene perfino le maggiori forze politiche, da sempre assai distratte, al pari delle istituzioni locali e regionali”.

“Se poi il treno rotaie piombinese miracolosamente lavorasse a pieno ritmo, quanti mai sarebbero comunque gli occupati, mentre il Tve è in agonia, e il Tmp non regge? - hanno proseguito - Quanti dunque gli esuberi, quando il Tpp è esso stesso obsoleto e va rifatto lontano dall’abitato, mentre di forni elettrici neppure si parla più? Vogliamo lavoro degno e non altra cassa integrazione, peraltro in scadenza fra pochi mesi. E’ urgente impiegare cassintegrati ed esuberi siderurgici nei lavori necessari per la diversificazione economica e il potenziamento delle infrastrutture locali”.

“Occorre in ogni caso dare un futuro produttivo ed ecologicamente compatibile alle acciaierie, altrimenti quelle immense aree saranno utilizzati come una megapattumiera industriale, per attività e produzioni che porterebbero poca e poverissima occupazione, mentre degraderebbero ulteriormente l'ambiente, cancellando numerosi altri e migliori posti di lavoro: su tutto ciò, serve subito una forte vertenza unificante per un piano di rinascita complessivo. - hanno aggiunto - Oggi più che mai, è evidente che Jsw non è affatto affidabile e se ne deve andare, per far posto al ruolo centrale e decisionale dello Stato, magari tramite Rfi, eventualmente insieme a un privato finalmente credibile, al quale porre i vincoli che non sono mai stati posti alle multinazionali di Rebrab e Jindal. Solo le lotte potranno garantire finalmente gli interessi dei lavoratori e della popolazione piombinesi: lotte incisive da decidere insieme nell’assemblea del 6 aprile”.

“Se nel passato le lotte avessero imposto il caso Piombino come questione nazionale, non sarebbero arrivate le megadiscariche, né il rigassificatore: impariamo la lezione”, hanno concluso.