Cronaca

Prima la lite, poi la coltellata alle spalle

Quanto accaduto al centro profughi di Franciana ha lasciato tutti sbigottiti e increduli. Si aggrava la posizione del senegalese

Cresce il timore che l’odio e la paura prenda il sopravvento. La preoccupazione c’è ed è naturale, lo ha detto il sindaco Massimo Giuliani in persona dopo una visita al centro gestito dalla Croce Rossa.

Intanto il senegalese Famara Jammeh che ha ucciso il compagno pakistano Muhammad Younis Gujjar del centro è stato trasferito al carcere delle Sughere e rischia l’ergastolo. Stando alle ricostruzioni, infatti, quello del senegalese non sarebbe stato un raptus d’ira al culmine di una lite, ma un gesto arrivato pochi minuti dopo. Il tempo di prendere il coltello da tavola in camera, attenderlo fuori dalla sala nascosto tra i panni tesi e poi colpirlo con un unico colpo alle spalle che gli a reciso un’arteria e perforato il polmone. Il pakistano è morto per emorragia, mentre il senegalese è stato preso dai suoi connazionali e chiuso nella sua camera in attesa dell’arrivo della polizia. Inutile in tentativo di disfarsi del coltello, gettandolo dalla finestra, gli agenti lo hanno rinvenuto nei campi, poco distante.

Il sostituto procuratore Antonio Di Bugno ha disposto l’autopsia sul pakistano ucciso e ordinato il trasferimento della salma a Livorno. I dieci pakistani, per precauzione, sono stati traferiti nell’ex residence La Caravella.