A proposito del Consiglio comunale monotematico dedicato alla Parchi Val di Cornia di lunedì scorso, interviene il gruppo Piombino Domani che più di una volta aveva chiesto di dedicare un focus all'argomento.
"Abbiamo chiesto questo momento di riflessione coinvolgendo le forze politiche, i Comuni soci, i rappresentanti dei lavoratori, l’Amministratore unico e i sindaci della Val di Cornia, convinti che solo da un confronto aperto e approfondito possano nascere le condizioni per superare l’attuale fase di crisi. - hanno spiegato da Piombino Domani - Il sistema della Parchi Val di Cornia vive da anni un evidente indebolimento: una crisi di governance, di visione e di volontà politica per la mancanza di una strategia complessiva. Oggi il CdA non è ancora ricostituito, dopo la decadenza dei suoi membri a Giugno e la società è ridotta a un organo monocratico inadeguato a gestire un patrimonio archeologico e naturalistico di rilevanza nazionale. Tutto questo è frutto di scelte politiche secondo noi non appropriate: modifiche statutarie approvate solo grazie al peso della maggioranza, un nuovo contratto di servizio penalizzante soprattutto per un Comune socio, e l’assenza di una linea chiara e condivisa. Con l’applicazione del criterio dei centri di costo votato a maggioranza nell’assemblea dei soci, che pesa per i 2/3 nel calcolo dei contributi di ogni Comune, Campiglia si è trovata a dover quasi raddoppiare il proprio contributo, da 200 a circa 380mila euro facendo decadere il principio della mutualità tra i soci che ha da sempre ispirato la Parchi. L’impressione è che si sia perso il senso di quello che rappresenta e che ha rappresentato la Parchi, facendo venir meno quella visione lungimirante che trent’anni fa aveva portato alla tutela e alla valorizzazione coordinata di Baratti, Populonia, San Silvestro, Rimigliano, Montioni e Sterpaia. Un modello unico in Italia, capace di generare ricerca, professionalità e riconoscimenti internazionali come ci ricorda la menzione al Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa, quando la Parchi è stato il progetto portabandiera dell’Italia nel 2008 nella prima edizione del Premio. Un modello di economia di scala che ha permesso la nascita di professionalità e servizi che nessun Comune avrebbe mai potuto sostenere da solo".
E ancora: "Non possiamo permetterci quindi di disperdere quanto realizzato fino a oggi, perché questo avrebbe ripercussioni pesanti sul futuro stesso della gestione unitaria del territorio e sui circa 70 lavoratori e lo ha spiegato bene la rappresentante dei lavoratori in Consiglio comunale".
Per il gruppo Piombino Domani è necessario riprendere un percorso politico-amministrativo per consolidare e ampliare le aree di interesse oggi soggetti a una totale frammentazione della promozione turistica. E lo stesso accade per le aree protette.
Per superare questa crisi, Piombino Domani ha lanciato delle proposte: ricostruire una governance competente, con un CdA formato da figure qualificate nei beni culturali, nella gestione delle aree protette e naturalmente nel marketing turistico; rilanciare la cooperazione tra i Comuni, definendo obiettivi e risorse condivise senza fughe in avanti; rafforzare e ampliare il sistema delle aree protette, trasformando le ex Anpil in riserve regionali e cominciando a creare un quadro unitario di tutela; valutare una nuova forma giuridica, nel 2021 furono gli stessi Comuni a lanciare l’idea di una Fondazione partecipata da Comuni, Regione e Ministero, più adatta ad accedere a finanziamenti e a garantire la forma di gestione unitaria e strategica necessaria allo sviluppo e al rilancio di tutto il territorio. In ogni caso bisognerebbe avviare un percorso di approfondimento su questo.
"O la rilanciamo ora, con coraggio e visione, oppure la perderemo. E con essa perderemo la capacità di decidere il destino della Val di Cornia nei prossimi decenni. Adesso è il momento di scegliere: costruire insieme una nuova stagione, più forte e lungimirante, o rinunciare a uno dei progetti più importanti del nostro territorio", hanno concluso.