Attualità

Punto nascita chiuso, partorisce in casa

La piccola è nata con l’aiuto del papà in stato di agitazione. Il sindaco: “Le donne di Piombino non hanno garanzie sufficienti”

L’ospedale di Piombino

Se lo scorso Aprile, a Piombino, una donna era stata costretta a partorire in ambulanza, oggi registriamo il nuovo record negativo per la sanità in terra piombinese, da quando, nel Giugno 2019, il Punto nascita di Villamarina è stato smantellato. Stavolta, infatti, non si è nemmeno arrivati al trasferimento in ambulanza all’ospedale di Cecina: una piombinese si è trovata costretta a partorire a casa, aiutata dal marito, in stato di ovvia agitazione e in procinto di svenimento

“Il medico del 118 ha dovuto gestire la neonata e la madre dolorante in condizioni critiche. - hanno denunciato il sindaco di Piombino Francesco Ferrari e l’assessora alla sanità Carla Bezzini - Non osiamo immaginare cosa sarebbe potuto accadere se, come può verificarsi, la madre avesse avuto un sanguinamento importante o la bambina non avesse avuto l’assistenza necessaria, per la quale ringraziamo il medico che ha saputo brillantemente far fronte all’emergenza. Ringraziamo anche i volontari dell’associazione che si sono trovati in una situazione tanto insolita e tanto critica. Ma ci domandiamo se sia questa la politica aziendale per il parto in sicurezza. L'unica cosa certa è che, con la chiusura del Punto nascita, le donne di Piombino non hanno garanzie sufficienti”.

Eppure, come ricordato da sindaco e assessora, con una delibera di giunta, la Regione Toscana aveva previsto uno stanziamento di 300mila euro per l’adeguamento del Blocco Parto del Presidio Ospedaliero di Piombino. 

“Ad elezioni avvenute, non solo non è stato fatto nessun intervento in tal senso, ma si è pervicacemente perseguito la dismissione anche della chirurgia ginecologica maggiore, fino a giungere alle dimissioni di uno dei due ginecologi, costretti a turni di lavoro e numero di reperibilità insostenibili. - hanno evidenziato - Il solito mantra è quello della mancanza dei medici: è ovvio che se i medici non hanno garantito il lavoro in sicurezza o sono costretti a orari massacranti, e si misurano con livelli di attività poco qualificanti, cercano altrove. A Piombino non solo manca il punto nascita, ma anche una struttura adeguata di supporto: la notte e i festivi non c’è la reperibilità del personale ostetrico in grado di gestire un’emergenza come quella che si è appena verificata. Nel 2022 tutto ciò è inammissibile, ma forse la sanità piombinese è ferma agli anni Sessanta".