RIGASSIFICATORE

“La nostra linea non è un no a prescindere”

A spiegarlo è il segretario dell’Unione comunale Pd Andrea Baldassarri rispondendo all’appello dei 51 firmatari per il rigassificatore

Il porto di Piombino

Risponde il segretario dell’Unione comunale Pd Andrea Baldassarri alla lettera appello di 51 cittadini, anche esponenti

“Ho letto l'appello di 51 cittadini contrari ad un no a prescindere al rigassificatore. Intanto questa storia del no a prescindere è veramente insopportabile e deve finire. La linea che il Pd di Piombino, su mia proposta, sta sostenendo, non è un no a prescindere. È, invece, un no molto motivato e deriva da preoccupazioni concrete sulla sicurezza e l'ambiente, rafforzate dai primi pareri giunti da parte degli enti competenti, che evidenziano i limiti di un progetto, per certi versi incompleto e approssimativo. - ha spiegato - È un no è basato sul fatto che, in ogni caso, è stata scelta una collocazione in mezzo a un porto e vicino a una città, che crea maggiori rischi rispetto a quella offshore, come è quella di Livorno e come sarà quella di Ravenna, che rappresentano una buona pratica già sperimentata e consolidata. È un no basato, soprattutto, sull'enorme impatto che questo impianto potrebbe avere sull'economia del nostro porto e in generale sul nostro territorio e perfino su quella industria che i 51 firmatari dell'appello sembrano tanto interessati a difendere. Aggiungo, inoltre, che si dovrebbe essere molto preoccupati per la scarsa chiarezza e la trasparenza del processo. Basti pensare che, di fronte alle rassicurazioni del Presidente della Regione e del Ministro della transizione dal gas al gas sul fatto che la nave rimarrà in porto non più di tre anni, Snam non ha ancora presentato un progetto coerente con queste indicazioni e non ha ancora individuato un sito alternativo per la futura collocazione offshore”.

“Per quanto riguarda le famose compensazioni, poi, - ha aggiunto - non solo non c'è traccia di impegni nuovi per risolvere i problemi della città, impegni ai quali, peraltro, nelle condizioni attuali non crederebbe nessuno, ma neanche si riesce ad andare avanti con quelli già presi. Dove sono i 10 milioni di fondi aggiuntivi per la 398? Quando si sblocca la bonifica della falda? Tutto ciò senza parlare del fatto che, sulla base dell'emergenza, si giustifica il fatto di non sottoporre il progetto a Via. E allora io mi chiedo: dopo sei mesi, dopo un anno saremo ancora in emergenza? A quel punto la Via potrebbe essere fatta, ma non lo sarà. Perché? Perché no. Per i motivi chiedere al suddetto Ministro della transizione dal gas al gas, senza escludere il nucleare. In questo quadro, che a mio parere spingerebbe verso un no più deciso, piuttosto che verso un'apertura, di fronte alle massicce proteste della città, di fronte al pericolo che questo sentimento di giusta ribellione di una comunità trascurata, impoverita, abbandonata venga strumentalizzato e egemonizzato dalla destra, 51 cittadini, tra cui alcuni dirigenti del Pd, che si sono guardati bene dall'avvertirmi di tale iniziativa, firmano un manifesto che di fatto va nella direzione opposta a quello che tutta la città sostiene e per cui si batte”.

“Autolesionismo allo stato puro. - ha commentato - I 51 firmatari sembrano addirittura legare il futuro della siderurgia piombinese e dello sviluppo di un comparto manifatturiero all'installazione del rigassificatore, sostenendo una tesi totalmente arbitraria e, anzi, contraria all'evidenza dei fatti. È infatti chiaro che il porto di Piombino e le sue banchine rappresentano un requisito essenziale per il proseguimento dell'attività siderurgica, nonché l'unico vantaggio competitivo che questa città può avere nell'attrazione di nuova impresa. Il rischio oggi è, semmai, di perderle, mettendo a repentaglio una condizione essenziale per il nostro sviluppo futuro. Sull'opportunità politica di una simile uscita a 40 giorni dalle elezioni, soprattutto da parte di chi ha responsabilità in un partito, non mi pronuncio: la cosa parla da sé”.