Lavoro

Usb resta della sua idea sul piano di Jindal

Un piano prendere o lasciare? Per l'Unione sindacale di base c'è solo un motivo che ha portato Jindal a Piombino e fa delle previsioni

Massimo Lami

"La paura di prendere o lasciare non potrà farci accettare un progetto industriale di lacrime e sangue", così l'Unione sindacale di Base dà eco al comunicato diffuso da Fim, Fiom e Uilm (leggi qui sotto l'articolo correlato).

"La questione è sempre la stessa, i numeri impiegati e il tipo di stabilimento che si vuole progettare. Sappiamo tutti che Jindal è venuto a Piombino solo ed esclusivamente a causa dei dazi imposti dall’Europa ai paesi asiatici. Nessuno si sbilancia, tutti dicono che il progetto Jindal é un progetto che dà una speranza ai lavoratori e per tutta la Val di Cornia. Sotto banco si dice che Jindal sarebbe intenzionata a far ripartire tutti i treni di laminazione tmp, tve,e treno rotaie. In un futuro si parla di una acciaieria che per essere pronta ci vorrebbero almeno 4 anni", ha detto l'Usb sollevando però un altro aspetto della questione.

"L’altra verità è che dovremmo parlare anche di acciaio vecchio cioè dello smantellamento degli impianti e delle aree. In questo caso dovrà intervenire il Governo come ha fatto a Taranto per poter effettuare le bonifiche del territorio".

Come viene spiegato dal sindacato, ripartire con i treni di laminazione significherebbe "subito lavoro per un numero di lavoratori in modo da dare la possibilità di far ripartire i contratti di solidarietà". Ma c'è un però: "Questa volta dobbiamo far valere la parola solidarietà e chiediamo fortemente che nei posti di lavoro non professionali ci sia veramente una solidarietà con una rotazione e che possano girare più lavoratori possibili. Questo vorrebbe dire che i lavoratori che sono anni fuori ed esclusi siano rimessi in gioco nel mondo della fabbrica e del lavoro".