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Piazza Bovio invasa da sedie vuote

E' il flashmob di baristi e ristoratori che denunciano le difficoltà provocate dal lockdown e le incertezze della riapertura. Sabato nuova protesta

Il flashmob in Piazza Bovio

Oltre cento sedie vuote hanno occupato Piazza Bovio a Piombino. Sopra ogni sedia le bottiglie di vino delle aziende agricole locali. E' stato il nuovo flashmob dei titolari di bar e ristoranti che, se prima intravedevano uno spiraglio per la riapertura dei loro locali, ora annunciano gravi difficoltà per la sostenibilità economica delle loro attività.

A denunciare la situazione e lanciare un nuovo appello sono gli imprenditori del Movimento imprese ospitalità e organizzato dall’Usceb (Unione somministrazione cibo e bevande) a Piombino. Le conseguenze dell'emergenza sanitaria di Covid-19 a Piombino si è andata ad aggiungere alle già pesanti difficoltà che il settore della ristorazione, come altri settori, hanno dovuto affrontare a causa della crisi economica cronica.

Ora, dopo la doverosa chiusura per il contenimento del contagio, l'apertura per i ristoratori, con regole, distanziamento e prescrizioni, si trasforma in un nuovo disagio. Il distanziamento sociale, per esempio, rischia di ridurre la capienza del servizio nei locali a fronte del cento per cento dei costi. Il timore, inoltre, è quello di trasformare i locali vocati all'accoglienza e all'aggregazione in ambulatori.

L'iniziativa di martedì, nata localmente, chiede, oltre a regole certe e chiare, aiuti economici per resistere e poter continuare a dare occupazione diretta e nell'indotto. Sabato 16 Maggio i titolari di bar e ristoratori replicheranno in piazza Verdi aderendo all'iniziativa nazionale per ribadire che non apriranno a queste condizioni, affinché le sedie vuote, non restino tali, anche in futuro. 

All'iniziativa ha partecipato anche il sindaco di Piombino Francesco Ferrari e gli assessori Sabrina Nigro e Giuliano Parodi. "Abbiamo voluto dimostrare anche questa volta la nostra vicinanza a tutte le categorie colpite dalle ripercussioni economiche di questa prolungata chiusura e unirci alle loro voci che chiedono sostegno economico e chiarezza al Governo. - ha commentato - Il Comune ha messo in atto tutte le misure possibili per sostenere queste attività, ora serve un deciso intervento dello Stato: che sia possibile o meno riaprire il 18 maggio come molti giornali riportano in queste ore, è comunque necessario garantire a questi imprenditori e ai loro dipendenti di poter sopravvivere a questa crisi, prima sanitaria e poi economica. Dietro a ognuna di quelle saracinesche abbassate ci sono famiglie che vivono di quell’attività, ci sono i sacrifici di chi la gestisce ogni giorno, c’è la nostra cultura che della tavola ha fatto il suo cavallo di battaglia, ci sono i luoghi di aggregazione senza i quali non potremmo dire di essere davvero tornati alla normalità".