Ragazzi che giocano a calcio nei parchi di città come una volta, puoi vederli al Cotone o in piazza Lega, maglie bianconere e nerazzurre, persino viola e rossonere, non son così cambiati i tempi. Per noi piazza Dante, porte immense segnate da platani giganti, il campino degli olivi - dove ci son le scuole, al Perticale -, mentre nuovi olivi crescono in piazza Lega, calciatori in erba dribblano in serpentina alberi avversari, tra polvere intrisa di mare, balcone salmastro. Pattini, pista per giochi, biciclette antiche, la novità son le bambine in porta, persino centrattacco, segnano reti su passaggi al volo, non eccezione adesso norma, tra ragazzini che indossano maglie di campioni. Ricordare un’antica festa di partito, ristorante sul mare improvvisato, rotta di pescatori e le lampare, frittura mista, gamberi, calamari, la paranza e quel suo profumo che ti pervade le narici e il cuore. Un sogno troppe volte ormai sognato, tutto il resto son tamerici e mare, pini contorti e rovi scheletriti, preghiere di rami spezzati, nodosi, rivolti a frammenti di cielo.