Politica

Poggio all'Agnello, sotto la lente la variante

Il Movimento 5 Stelle vuole vederci chiaro sulla variante che consente di trasformare la struttura di Poggio all'Agnello da ricettiva a residenziale

Il Movimento 5 Stelle ripercorre la storia della struttura turistica Poggio all'Agnello e chiede lumi sulla variante che di fatto trasforma parte di una struttura ricettiva in residenziale in un luogo dove, secondo il Piano Strutturale si prevedeva uno sviluppo turistico. 

La vicenda risale al 2001, anno in cui venne progettato il recupero della struttura per mezzo dell'Immobiliare Milanese srl. Alla base di questo progetto c'era la stipula di una convenzione fra l’Amministrazione comunale e l’Immobiliare Milanese che, fra i vari impegni, prevedeva anche che l’amministrazione procurasse una concessione balneare nel golfo di Baratti ad uso esclusivo della struttura. 

"La clausola in oggetto era palesemente illegale, in quanto il demanio è un bene inalienabile dello Stato e non è nella disponibilità dei Comuni, - ha ribadito il Movimento 5 Stelle - e quindi non può essere dato in concessione se non attraverso regolare bando, figuriamoci attraverso una convenzione. Chiaramente la richiesta è rimasta inevasa, anche perché il piano particolareggiato per Baratti non prevede ulteriori concessioni oltre le 2 già esistenti".

Nel 2012 l'argomento è passato nelle aule del Tar dove l'Immobiliare Milanese ha chiesto 9milioni di euro a titolo di risarcimento per inadempienza contrattuale. "Quando sembrava che si dovesse solo attendere la sentenza del TAR, favorevole o contraria che fosse, - hanno aggiunto - ecco che viene presentata al Consiglio la proposta di variante che consente di trasformare il 40% della struttura da struttura ricettiva a residenziale. Nella bozza della nuova convenzione è scritto nero su bianco che la società si impegna a non dare attuazione alla sentenza qualora fosse favorevole e comunque ad abbandonare il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse. Insomma, una compensazione". 

"Ci chiediamo a questo punto a cosa serva investire tempo e risorse nell’Ufficio di Piano, quando poi l’Amministrazione propone varianti puntuali che implicano modifiche del Piano Strutturale e del Regolamento Urbanistico. L’Amministrazione - hanno aggiunto i 5 Stelle - giustifica l’operazione facendo leva sull’art. 16, comma 4, lett. d- ter,del DPR 380/2001 ( T.U. Edilizia) che prevede un contributo straordinario a carico dell’impresa per opere di urbanizzazione in caso di variazioni puntuali, che è stimato in 1.480.000 euro. Ci riserviamo di approfondire quanto tutto questo sia proponibile in termini legali".