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“Piombino polo di rifiuti”, denuncia del Comitato

Denuncia del Comitato Salute Pubblica: "Stanno trasformando Piombino in un centro nazionale di gestione dei rifiuti". Procedura Aia per Wecologistic

"Non c’è solo Rimateria nei piani dei nostri amministratori ma un progetto molto più ampio, per trasformare Piombino in un centro nazionale di gestione dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. Un progetto al quale come Comitato Salute Pubblica ci opporremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione".

Così il Comitato Salute Pubblica mette in chiaro la sua posizione rispetto all'insediamento nel territorio di nuove attività che gestiscono i rifiuti.

"Tutto è iniziato quando hanno detto sì a un impianto per lo smantellamento delle navi militari al porto (assegnando terreno e banchine alla ditta Pim). Ad oggi i nostri amministratori hanno detto sì anche ad un impianto (il primo in Europa) per trasformare i rifiuti ad alto contenuto organico in carbone (ditta Creo) assegnandogli un terreno vergine all’ingresso di Piombino. Hanno detto sì all’aumento fino a 2 milioni e 850 mila metri cubi di nuovi rifiuti da conferire in discarica (Rimateria). Non si sono dichiarati contrari a far installare all’ingresso di Piombino un impianto per il riciclo a freddo dei pneumatici (ditta Ecoline) e tantomeno si sono preoccupati per la sperimentazione di un nuovo tipo d’impianto che a Montegemoli intende riciclare pneumatici mediante un forno a microonde (ditta Tyrebirth). Un’altra ditta che si sta per installare nel comprensorio è la Wecologistic, ad Ischia di Crociano (zona est di Tap, verso la Dalmine e l’oasi Wwf)", ha fatto il punto il Comitato.

Per questo ultimo progetto si sta ultimando in Regione la prima parte della procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale.

"Nessuno ha sentito il bisogno di confrontarsi con i cittadini su questo progetto che interessa un’area di circa 4 ettari e che tratterà lo smaltimento ed il recupero di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, trasformando un’area destinata all’espansione della siderurgia (classificata D2) in un’area destinata ai rifiuti (classificata F6), affiancandosi a Rimateria", hanno commentato ribadendo la loro opposizione.

"Se nel nostro territorio non facciamo scelte che rendano possibile la diversificazione accanto alla siderurgia (industrie di trasformazione dei prodotti agricoli, turismo, agricoltura di qualità, ricerca e attività legate al mare) creeremo il deserto: disoccupazione in altri settori e profitti solo per pochi", hanno concluso.