Politica

Punto nascita, il tempo passa e la deroga non c'è

Nel 2015 si è parlato per la prima volta di chiusura del punto nascita a Villamarina. Critici i 5 Stelle sulla deroga che ancora non è arrivata

Foto di repertorio

Sono anni che l'ospedale Villamarina di Piombino deve fare i conti con il numero di parti inferiori a 500 e con il susseguirsi di normative, prima l'accordo Stato-Regione poi la riforma regionale della sanità (leggi gli articoli correlati). A oggi nulla si sa sulla deroga del Ministero della Salute se non dichiarazioni che incrementano l'allarme e il timore che il punto nascita dovrà chiudere.

Puntualmente arriva la levata di scudi, di amministrazione e forze politiche, a difesa del punto nascita locale. Era il 2015, quando il sindaco Massimo Giuliani annunciò tutto il suo impegno quando per la prima volta si paventò la chiusura a seguito della visita al reparto dell'assessora regionale alla Sanità Stefania Saccardi con il consigliere regionale Gianni Anselmi. A ricordarcelo è il Movimento 5 Stelle

"Siamo a metà 2017 e se da una parte il numero dei nuovi nati non é purtroppo aumentato in modo congruo alle linee guida del decreto Lorenzin, dall'altra é rimasto invariato il grado di criticità che ci espone al rischio di chiusura della nostra Maternità, risultando per cui quantomeno inefficaci i tentativi di chi li aveva promessi puntualmente ai suoi cittadini. - ha commentato il M5s in una nota - La Sanità, come sancisce l'art. 32 della nostra Costituzione, è il primo servizio pubblico che uno stato civile deve garantire, e in quest'ottica non può e non deve rispondere solo a logiche aziendalistiche di risparmio e utili". 

Per il Movimento 5 stelle Piombino "il vero efficientamento dei servizi sanitari si possa raggiungere non tagliando, ma investendo nel mantenimento degli organici e magari nelle tecnologie". E hanno aggiunto: "Senza entrare nel merito di altri spinosi argomenti, vorremmo ricordare anche che Piombino ha ancora un'unica strada di accesso, in estate congestionata e spesso bloccata dal passaggio turistico verso il porto. Chiudere il nostro punto nascita sarebbe la vera mancanza di sicurezza per circa 300 donne, e relativi bambini, ogni anno".