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Quello spareggio per non retrocedere a Siracusa

Erano i tempi della Serie B, su #tuttoPIOMBINO Gordiano Lupi racconta una pagina di storia calcistica

Tutti parlano sempre di Piombino - Roma 3 a 1, gara del glorioso campionato 1951 - 52, disputata al Magona il 18 novembre 1951, stagione che vide i nerazzurri finire sesti con punti 41, a sole quattro lunghezze dal Messina che si piazzò terzo, mentre passarono in serie A Roma e Brescia. Nessuno cita il secondo campionato di serie B, 1952/53, meno glorioso, con una salvezza risicata, allenatore Nello Bechelli, sostituito nel finale di torneo dal grande Ferruccio Valcareggi, che assunse il doppio compito di allenatore - giocatore. Eppure anche nel 1953 si giocò una partita storica, in Sicilia, a Siracusa, una sorta di spareggio all’ultimo sangue, tra i locali in maglia azzurra (penultimi) e i nostri ragazzi (terzultimi).

Quella gara i siciliani avrebbero dovuto vincerla per condannare i piombinesi alla retrocessione; invece, il muro difensivo dei nerazzurri di Valcareggi riuscì a portare a casa un sofferto zero e zero, che, nonostante la crisi della Magona, significava un'altra stagione di serie B. Il Piombino aveva vinto al Magona 1 a o contro il Siracusa, gol di Morisco (18 gennaio 1953), e quel 31 maggio 1953 scendeva in campo con il dente avvelenato. La Lega Calcio aveva trasformato il 2 a 1 inflitto sul campo del Magona al Verona, nella settimana precedente, in un 2 a 0 a tavolino per gli ospiti, a causa di una bottiglietta lanciata in campo da uno spettatore che aveva colpito un giocatore ospite. Il Piombino guadagnò la salvezza sul campo più difficile della serie B, dove un Siracusa determinato e coriaceo attendeva il topolino nerazzurro per farne un sol boccone. Valcareggiscese in campo con la maglia numero 8, allenatore sul terreno di gioco, guidando un manipolo di eroi. L’elbano Carlotti, un gatto agilissimo in difesa dei pali; Mezzacapo, Coeli, Bonci, e Lancioni a serrare le fila di una difesa impenetrabile; Corti, lo stesso Valcareggi e Ortolano in mezzo al campo, Bodini sulla fascia destra a far da spola tra difesa e attacco; Basile centravanti e Montiani ala sinistra.

Un pubblico caldo e appassionato non fu sufficiente a far pendere la bilancia dalla parte degli aretusei, il Siracusa non fece rete ed ebbe la meglio il catenaccio imposto da Valcareggi, grazie a saracinesca Carlotti, che si superò in diverse occasioni, negando la gioia del gol ai locali. Arbitro d’eccezione per un incontro che valeva un campionato: Agnolin (padre) di Bassano del Grappa.

Il Siracusa schierava: Luisetto, Fallanca, Romano, Rubino, Susmei, Bussone, Berruti, Petrozzi, Polo, Occhetta, Corradino. Già detto il Piombino, ma ripetiamo la formazione in buon ordine: Carlotti, Mezzacapo, Coeli, Bonci, Lancioni, Corti, Bodini, Valcareggi, Basile, Ortolano, Montiani. Fonti siciliane cambiano nome al mediano Corti in Falchi (errore di stampa), che faceva parte della rosa, ma quella domenica non scese in campo.

A fine campionato la Lucchese finì ultima (due punti), penalizzata di 18 per due illeciti sportivi, in occasione di Lucchese - Genoa e di Catania – Lucchese (tentata corruzione di giocatori avversari), retrocessa insieme al Siracusa (punti 27). Piombino e Padova si salvarono a quota 28, perché al tempo retrocedevano in C solo le ultime due classificate. Valcareggi, nonostante la non giovanissima età, totalizzò ben 33 presenze e segnò 4 reti, anche se il capocannoniere del Piombino fu l’ala destra Bodini (pure lui 33 presenze) con 9 reti. Il vecchio Carlotti, determinante nell’ultima gara, giocò solo 8 partite, lasciando la difesa della porta al più giovane Albenzi (26 presenze). Era il Piombino del Presidente Baldino Giusti, con allenatore in seconda il grande Bruno Mochi. Facevano parte della rosa anche Colombelli, Pellis, Sansolini, Binda, Sabatini, Valli, Morisco. Purtroppo il Piombino di Valcareggi non bissò l’impresa nella stagione 1953/54 che lo vide ultimo (punti 27), retrocesso in C in compagnia del Fanfulla.

Ringrazio Umberto Canovaro,eche mi ha fornito materiale da Siracusa e Gianfranco Bendeettini, autore di un indispensabile Cinquant’anni in nerazzurro (Il Telegrafo, 1971).