Lavoro

“Quinta dimissione Fiom dal Consiglio di fabbrica”

A segnalarlo è l’Opposizione Cgil che chiede maggiore coinvolgimento dei lavoratori di fronte alla questione Aferpi

Nuovi dissensi in Fiom, che ad oggi conta la quinta dimissione dal Consiglio di fabbrica in poco più di due anni.

“Sintomo di un malessere profondo nel sindacato maggiormente rappresentativo in Aferpi; - ha commentato l’opposizione Cgil - un malessere che può diventare fecondo, se non viene denigrato ma piuttosto riconosciuto come portatore di contenuti alternativi. Tutte e 5 le dimissioni hanno motivazioni di linea sindacale, sia pure fra loro diversificate, a dimostrazione delle difficoltà da parte della Fiom nel tenere uniti, pur nelle differenze, i propri iscritti e Rsu sulla linea attuale di attendismo e di subordinazione ad azienda e Istituzioni locali e nazionali, a fronte di una realtà problematica come Aferpi”. 

“Noi dell'area congressuale di Opposizione Cgil siamo profondamente dispiaciuti di questa ulteriore dimissione, ma ne comprendiamo fin troppo bene le motivazioni. - hanno aggiunto- Ormai le Rsu, elette dai lavoratori iscritti e non iscritti ai sindacati, vengono continuamente scavalcate dai Coordinatori Rsu e dai segretari provinciali; le convocazioni del Consiglio di fabbrica e le assemblee dei lavoratori si fanno sempre più rare, quando non vengono convocate ad orari e in luoghi che sembrano mirati a scoraggiare la partecipazione”.

Per l’Oppisizione Cgil va ripresa la mobilitazioni e vanno coinvolti i lavoratori. Solo così Fiom - hanno concluso - “avrebbe numeri e potenzialità per far uscire allo scoperto azienda e istituzioni sul futuro di Aferpi strettamente legato al tipo di sviluppo che Piombino vorrà darsi nel futuro prossimo: secondo noi, bonifiche, acciaio pulito, diversificazione”.