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Raffaele De Gregorio, nerazzurro da sempre

Concreto ed efficace, che ama far vedere quel che sa fare sul campo. L'intervista di Gordiano Lupi

Raffaele De Gregorio (2003) è un nuovo acquisto del Piombino, anche se da viale Regina Margherita non si è mai mosso. Aveva deciso di smettere con il calcio dopo l’anno della retrocessione dall’Eccellenza che l’aveva visto giovane debuttante in prima squadra calcare campi prestigiosi come l’Armando Picchi di Livorno e il Comunale di Colle Val D’Elsa. Pensava che conciliare calcio e studio universitario fosse impossibile, ma si è ricreduto e - confortato dalla stima che in lui nutre Antonio Brontolone - ha ripreso ad allenarsi e conta di dare una mano al reparto difensivo, quando sarà chiamato a far vedere le sue qualità. Siamo andati a intervistarlo.

Ti ho visto spesso durante la stagione infausta della retrocessione dall'Eccellenza. L'impressione è sempre stata positiva. Mi racconti il tuo percorso calcistico fino a oggi? Nasci nel Piombino? Lo scorso anno dove hai giocato?

Ho iniziato a giocare nel Salivoli, all’età di quattro anni, cominciando con i Primi calci, da adolescente sono passato al Piombino e lì sono sempre rimasto. A 18 anni sono stato aggregato alla prima squadra e ho fatto il mio debutto in Eccellenza. Dopo quella stagione mi sono fermato: ho deciso di smettere per problemi con l’Università. Pensavo che studiare a Pisa non fosse compatibile con il ritmo dettato dagli allenamenti. Quindi ho deciso di sacrificare il calcio. E non è stato facile.

Puoi ricoprire altri ruoli, oltre a quello di difensore laterale?

In campo ho girato molti ruoli da ragazzo: mediano, centrocampista, fascia, addirittura in un torneo con il Salivoli all’Elba ho fatto l'attaccante. Però il mio ruolo naturale è quello di difensore centrale. Ma me la cavo anche a fare il terzino, se serve.

Conoscevi qualcuno dei tuoi compagni? E il Mister Brontolone?

Con i compagni di squadra mi sto trovando molto bene, alcuni li conoscevo già perché ci ho giocato nelle giovanili, soprattutto i 2004 e 2003. Il mister invece non lo conoscevo, mi ha chiamato lui perché sapeva che avevo intenzione di ricominciare a giocare e mi aveva visto in qualche partita al torneo Passalacqua di Grosseto, due estati fa.

A cosa punta Raffaele De Gregorio come obiettivo personale della stagione?

Quest'anno punto principalmente a rimettermi in forma perché un anno di stop si fa sentire e, quando sarò pronto, cercherò di far vedere che valgo qualcosa.

E il Piombino cosa vuol fare in questo campionato?

Vogliamo salvarci, prima di tutto. L’obiettivo è disputare una stagione tranquilla. Poi vediamo, non ci poniamo limiti.

Qual è il tuo giocatore di serie A di riferimento? E i calciatori ai quali ti ispiri?

In realtà non ho un giocatore particolare di riferimento. Se proprio devo indicarne uno, dico Ranieri della Fiorentina. Uno molto bravo con i piedi, non un mostro fisicamente ma sempre puntuale e combattivo. E in generale mi piacciono i giocatori bravi, quelli veramente bravi, che parlano poco e concludono molto.

E a noi piace Raffaele De Gregorio, pure lui concreto ed efficace, che ama far vedere quel che sa fare sul campo piuttosto che proclamarlo ai quattro venti. Non ci deluderà!