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Rebrab conferma gli impegni, ma monta l'impazienza

In un'intervista il patron di Aferpi affronta tutti i nodi da sciogliere all'acciaieria piombinese per rassicurare tutti. Ma il 20 gennaio è vicino

Sul progetto Aferpi vanno prospettandosi diversi dubbi, non solo nell’opinione pubblica, ma gli stessi sindacati hanno fissato un ultimatum per il 20 gennaio prima di scioperare e manifestare e lo stesso ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha richiesto risposte formali a Issad Rebrab. L’algerino, da Parigi, risponde ad alcune domande pubblicate da Il Sole 24 Ore. L’intervista ripercorre gli aspetti sostanziali dell’arrivo di Rebrab in Italia e del suo interessamento all’acciaieria piombinese, ma il numero uno di Aferpi vuole “rassicurare tutti”, come si legge in apertura all’articolo del maggiore quotidiano economico.

Le rassicurazioni, in realtà, erano già arrivate prima di Natale quando Rebrab aveva prima incontrato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, poi il sindaco di Piombino Massimo Giuliano e le Rsu Aferpi.

Sul forno elettrico e il nuovo laminatoio, Issad Rebrab spiega che entro fine febbraio ci saranno tutti gli elementi per contrarre un ulteriore accordo con Sms. Per quanto riguarda gli altri progetti, il patron non nasconde l’interesse per il porto di Piombino; proprio qui, infatti, potrebbero sorgere – come si legge nell’articolo - “il complesso agroindustriale con l’impianto di triturazione dei semi oleosi (soprattutto soia, girasole e colza), la raffineria di oli vegetali, l’attività di commercializzazione dei residui per l’alimentazione animale e forse anche un impianto per la produzione di biodiesel ed etanolo”.

Insomma, mentre tutta la città sta aspettando la fatidica data per l’incontro al Mise, Issad Rebrab pare molto sicuro del suo progetto tanto da prevedere che i cantieri potrebbero essere aperti “ben prima della fine dell’anno”. Intanto, non cala l’interesse per Leali per la quale è stata presentata un’offerta d’affitto per tre anni. Lì c’è un forno che attualmente lavora al 30 per cento delle sue capacità e che a pieno regime potrebbe alimentare sia il laminatoio di Leali che uno dei tre laminatori di Piombino, risolvendo così il nodo dei semilavorati. Ma novità in merito emergeranno solo a fine mese.

Ma lo stabilimento e Piombino cercano altri tipi di rassicurazioni tanto che lo sciopero annunciato per il 20 gennaio si fa sempre più concreto. Rimangono, infatti, il problema della continuità produttiva.