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Referendum Rimateria, bocciato il secondo quesito

Doppio no per la proposta di referendum sull'ampliamento della discarica e la vendita delle quote azionarie di Rimateria ai privati

Con la riunione della commissione di mercoledì, ufficializzata la bocciatura del secondo quesito referendario su Rimateria, quello inerente la vendita delle quote azionarie ai privati.

La seconda commissione, composta da Angelo Trotta (presidente del Consiglio Comunale) e dai commissari Maria Luisa Massai (segretario comunale), Maurizio Poli (dirigente Servizi Affari legali), Federico Paradisi (responsabile Servizio elettorale), Francesco Ferrari (esperto indicato dal Comitato promotore) e Renzo Grassi (esperto indicato dal sindaco), ha bocciato il quesito: Sei d’accordo che venga attuato a Ischia di Crociano nel Comune di Piombino il progetto presentato da RiMateria che prevede tra l’altro sull’area denominata LI53 una nuova discarica per rifiuti speciali, che potranno provenire anche dal di fuori del nostro comprensorio, da 2.5 milioni di metri cubi?.

Nella giornata di venerdì dovrebbero essere formalizzate le motivazioni, anche se a pesare sul no ci sarebbe una delibera di giunta del 2016 e un percorso già avviato per la vendita dei due pacchetti azionari (leggi qui sotto gli articoli correlati).

Il primo quesito bocciato dalla commissione composta dal presidente Angelo Trotta (presidente del Consiglio Comunale) e dai commissari Maria Luisa Massai (segretario comunale), Maurizio Poli (dirigente Servizi Affari legali), Federico Paradisi (responsabile Servizio elettorale), Fabrizio Callaioli (esperto indicato dal Comitato promotore) e Renzo Grassi (esperto indicato dal sindaco), è stato: Sei d’accordo che una parte delle azioni di Rimateria possedute da Asiu, e quindi indirettamente anche dal Comune di Piombino che di Asiu è il maggiore azionista, vengano vendute, potendo così dei privati diventare proprietari della maggioranza delle azioni di RiMateria che gestisce lo smaltimento dei rifiuti speciali a Ischia di Crociano nel Comune di Piombino?.

Insomma, per le commissioni di verifica i quesiti referendari non sono ammissibili. Adesso per i sostenitori del referendum si aprono diversi scenari, oltre al ricorso al Tar la speranza è che il Consiglio comunale ribalti la situazione chiedendo e votando a favore del referendum.

Su questo ha avanzato una possibilità la lista civica Spirito Libero, forza che sostiene la maggioranza. In una nota ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno in Consiglio comunale all'interno dei quali sono indicate delle condizioni vincolanti per dire sì al referendum.