RIGASSIFICATORE

Rigassificatore, “manca studio incidenti esterni”

Chiesti studi sugli incidenti esterni all’Autorita portuale. Il Comitato: “Se non dovesse fornirli, Snam potrebbe assumere che non ve ne siano”

Il Comitato Salute Pubblica pone nuovamente l’accento su alcuni aspetti riguardanti la sicurezza e la compatibilità territoriale del progetto del rigassificatore a Piombino, con il contesto che lo circonda anche in riferimento al nuovo porto turistico di Pontedoro e alle interferenze sul territorio rispetto alla situazione attuale e in progetto.

“Nella Relazione tecnica ‘Rapporto preliminare di sicurezza’ la Società Snam FSRU specifica che ‘sarà compito della Autorità di sistema portuale, in quanto soggetto amministratore del bene demaniale marittimo, fornire alle autorità competenti in materia di pianificazione territoriale e urbanistica le informazioni relative agli scenari incidentali e in particolare quelli che coinvolgono aree esterne a quella portuale, ai sensi dell’art.6 del D.M. 9.5.2001’. - hanno spiegato in una nota - Ricordiamo che Snam ha valutato i rischi solo in merito a eventuali malfunzionamenti dell’impianto e non ad altri eventi, limitando a 500 metri la fascia di interdizione intorno al rigassificatore. Snam aggiunge dell’altro però: richiama il compito dell’Autorità di Sistema Portuale di fornire gli scenari incidentali, nel porto e nelle aree esterne, alle autorità preposte alla pianificazione, ammettendo di fatto che le analisi sul rischio sono incomplete e che dovranno essere quindi integrate”.

Il Comitato ha già scritto al Commissario Straordinario e al Presidente della Autorità di Sistema Portuale in merito.

“Non risulta al momento, dal sito del Commissario di Governo, che l’Autorità di Sistema Portuale abbia eseguito studi sulle analisi degli incidenti. - hanno commentato - Se non dovesse fornirli, Snam potrebbe assumere che non ve ne siano. Ribadiamo comunque - hanno concluso - che la stessa Snam avrebbe dovuto eseguire lei gli studi su possibili incidenti dovuti a eventi esterni al ciclo produttivo per rischio di collisioni, errori umani, eventi atmosferici, attentati, insomma carenze che abbiamo evidenziato in specifiche osservazioni. Quando si decide di installare un impianto, a rischio di incidenti rilevanti, si dovrebbe prima verificare la compatibilità con il territorio, in primis in rapporto alla sicurezza e all’ambiente e solo successivamente avanzare proposte, non il contrario come di fatto sta avvenendo”.