RIGASSIFICATORE

Rigassificatore, le prescrizioni di Arpat

"Contributo improntato a conciliare l’interesse pubblico superiore con le necessità dei comparti ambientali e sociali del territorio"

Foto di repertorio

Arpat è tra gli enti che ha espresso parere con prescrizioni all’interno del procedimento finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione al rigassificatore nel porto di Piombino per 3 anni e per i successivi ventidue su una piattaforma off-shore.

In un comunicato, l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, ha fatto il punto in base alle proprie competenze a seguito della Conferenza dei servizi del 21 Ottobre che porterà alla firma dell'autorizzazione da parte del commissario per l'opera Eugenio Giani (leggi qui l'articolo collegato).

L'Arpat si è pronunciata sulla movimentazione dei sedimenti marini, qualità acque marine, terre e rocce da scavo, scarichi idrici, impatti acustici, emissioni in atmosfera, valutando anche alcuni aspetti relativi alla modellistica previsionale.

"È stato un lavoro complesso in cui sono stati analizzati documenti progettuali molto corposi", ha precisato Pietro Rubellini, direttore Arpat, ringraziando il personale dei vari settori coinvolti per l’impegno profuso in un lasso di tempo così breve.

"Il contributo tecnico di Arpat - si prosegue - è stato improntato a conciliare l’interesse pubblico superiore con le necessità dei comparti ambientali e sociali del territorio. In particolare per il comparto marino, il lavoro di analisi ha permesso di mettere a punto una serie di prescrizioni rispetto all’esercizio dell’impianto volte a garantire la massima tutela sia per il comparto ambientale naturale sia per le attività agro-ittiche presenti nella zona, con l’obiettivo di conciliare attività produttive e sostenibilità ambientale".