RIGASSIFICATORE

Rigassificatore, "colpa di mancata progettualità"

Gelichi: "Chi dice no e siede nelle istituzioni, se in questi anni si fosse adoperato per fare qualcosa, oggi avremmo qualcosa per osteggiarlo"

Riccardo Gelichi

"Ci sono 900 ettari da bonificare e ancora non sappiamo quali e quante aree sulla base dei futuri assetti siderurgici, inoltre sarebbe utopistico cercare di farne un pacchetto unico e magari scambiarlo col rigassificatore. Le risorse pubbliche non saranno sufficienti a risanare e rendere funzionali quelle aree a nuove attività. Occorre cambiare approccio, bisognerebbe precedere con un piano di lottizzazione artigianale/industriale di quei luoghi con bandi dedicati prevedendone la loro vendita a fronte di piani d’insediamento di nuove attività, erogando robusti contributi di cofinanziamento per la bonifica dei lotti che la Regione e il Governo hanno stanziato e potrebbero integrare". 

Ascolta Piombino torna sulla questione rigassificatore e intavola una ipotetica alternativa.

"Solo con l'intervento del privato si può immaginare il risanamento delle aree ex industriali. - ha spiegato Riccardo Gelichi - Oggi abbiamo uno strumento di contrasto al rigassificatore in mare che è il polo nazionale della maricoltura, ma con quella roba lì, la politica di oggi e di ieri ha poco a che fare, quello è frutto di un'idea manageriale pubblica nata dalla sinergia tra pubblico e privato. Anche il costruendo porto di Pontedoro potrebbe essere un'interferenza per la collocazione del rigassificatore. Altre opportunità per Piombino potrebbero aprirsi con il tema delle aree di Poggio Batteria, di forte interesse portuale, rispetto alle proprie funzioni logistiche, una pianificazione che potrebbe portare vantaggi anche alla città, ridisegnando il waterfront del porto". 

"Un porto - ha proseguito Gelichi - che ancora oggi, nella parte nuova, manca ancora di servizi e d’infrastrutture, sia viarie sia ferroviarie. Dico questo perché senza una progettualità ci sarà sempre qualcuno che si alzerà la mattina e gli verrà in mente di mettere un rigassificatore, e magari, col perdurare di quel deserto di 900 ettari, domani a qualcuno potrebbe venire in mente di metterci anche qualche altra cosa. Se oggi a Piombino viene proposto un rigassificatore è anche colpa di chi, in questo periodo, non ha prodotto una progettualità sulle aree industriali tale da costituire un reale contrasto. Chi oggi dice no e siede nelle istituzioni, se in questi anni si fosse adoperato per fare qualcosa di quelle aree, oggi avremmo qualcosa di solido per osteggiare il rigassificatore. - e ha concluso - Per bloccare tutti i tentativi di violenza del territorio servirebbero idee e progettualità, un lavoro che dovrebbe svolgersi soltanto dentro le istituzioni, con capacità e volontà di governo del territorio, soprattutto senza farsi trascinare dagli eventi".