RIGASSIFICATORE

Rigassificatore, lettera a Roma per spostarlo

Il Comitato Salute Pubblica ha scritto una lettera aperta indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per far rispettare le condizioni

Il Comitato Salute Pubblica Piombino e Val di Cornia ha firmato una lettera aperta per fissare l'attenzione sulle sorti del rigassificatore nel porto della città.

Pubblichiamo integralmente la lettera indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, al sindaco del Comune di Piombino e al Commissario al Rigassificatore della Toscana Eugenio Giani:

"Siamo dei cittadini di Piombino, riuniti nel Comitato Salute Pubblica, ci rivolgiamo a Codesta Presidenza del Consiglio per rappresentare la realtà del nostro territorio.

Come è noto dal luglio del 2023 nel nostro piccolo porto è in esercizio un rigassificatore FSRU, Nave ex Golar Tundra ora Italis LNG attraccata a una banchina che riceve regolarmente GNL da metaniere con cadenza settimanale

Il rigassificatore, impianto a rischio di Incidente rilevante disciplinato dal Decreto Legislativo n. 105 del 2015 è stato collocato nel nostro piccolo porto, trafficatissimo per i collegamenti con l'Isola d'Elba e le altre Isole del Tirreno, vicinissimo a obiettivi sensibili, stazione marittima, uffici, abitazioni (le prime distano ad appena 800 metri dall'Impianto).

E' stato collocato, nostro malgrado, senza la Valutazione di Impatto Ambientale, ma in base ad una procedura d'urgenza che ha visto impegnati vari Enti che hanno espresso pareri con tantissime prescrizioni.

Quest'estate, in agosto, su un traghetto diretto in Corsica si è sviluppato un incendio ed è dovuto rientrare, con il suo carico di oltre 300 persone, in porto, tramite l'unico canale di ingresso a circa 250 metri dal rigassificatore e dalla metaniera ormeggiata accanto.

Nel mese di maggio si sono registrate emissioni di formaldeide dai camini del rigassificatore oltre i limiti consentiti, pur trattandosi di sostanze cancerogene.

Abbiamo solo una via di accesso per la città e ancora non siamo dotati di un Piano di emergenza esterno (Il prefetto ha a disposizione due anni dall'esercizio per redigerlo e pubblicarlo ai sensi del decreto 105/2015), ma il Piano, anche se sollecitato, ancora non c'è mentre l'Impianto è da tempo in attività con una capacità di rigassificazione di 5 miliardi di mc all'anno di GNL.

Il nostro porto, per il suo sviluppo commerciale, per le attività pescherecce risente di questa presenza ingombrante che svolge un’attività considerata dalla legge pericolosa.

Il Commissario della Regione Toscana ha rilasciato, forse per le manifestate preoccupazioni della popolazione, o perchè valutato improprio il sito prescelto, l'autorizzazione all'esercizio dell'Impianto per soli tre anni (dal 2023 al 2026), ordinanza n. 140 del 25.10.2022

Il Tar Lazio con una sentenza del 20 dicembre 2023 n.14940/2022 in risposta al ricorso inoltrato dal Comune e da altri Enti ha più volte richiamato la scadenza temporale dell'esercizio di tale impianto a Piombino per motivare le proprie argomentazioni.

Si è appreso da notizie giornalistiche, da dichiarazioni di amministratori, da progetti infrastrutturali presentati dalla Soc Snam che la Nave del Gas da Piombino dovrebbe essere collocata in Liguria.

Su questo noi cittadini di Piombino non ci siamo mai espressi perchè non compete a noi dire dove dovrà essere trasferita mentre invece abbiamo assistito a dichiarazioni del nuovo Governatore della Liguria che sostiene che il rigassificatore debba rimanere a Piombino.

A noi non interessa la guerra tra territori, ma si ribadisce che abbiamo già dato un contributo al Paese nella situazione dichiarata di emergenza, ora la scadenza temporale dei tre anni deve essere rispettata e chiediamo al Governo un impegno formale in questo senso.

La collocazione in questo piccolo porto è impropria, unica al modo per le esigue distanze dalle attività umane, dalle abitazioni, dalla città.

Chiediamo di essere ascoltati come cittadini e confidiamo nell'impegno del Governo che stante i tempi ristretti dovrà assumere decisioni e promuovere interventi a breve termine se si vuole rispettare la data dei tre anni già in atti amministrativi concessori e fatta propria nei pareri degli Enti, alcuni dei quali favorevoli proprio per la prevista esposizione limitata nel tempo della popolazione".