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Rigassificatore, "ora tutti a dire che non sanno"

Snocciolato i dubbi rispetto all'ipotesi rigassificatore a Piombino. Il comitato suggerisce fotovoltaico ed eolico nelle aree da bonificare

Il porto di Piombino

"Siamo circondati da ignavi: tutti a dire che non sanno, che c'è bisogno di tempo per capire. Evidentemente uno stabilimento agonizzante da anni e un spedale che sta chiudendo pezzo per pezzo non bastano a far loro capire la situazione in atto. A noi sembra invece così chiaro da risultare imbarazzante: si vuol ridurre Piombino a un luogo dove è possibile fare tutto quello che è inaccettabile altrove. L'ultima perla della sistematica demolizione della ripresa economica del nostro territorio è il rigassificatore: un'altra fonte inquinante che danneggerà fortemente la nostra economia e la diversificazione economica".

Così il Comitato Salute Pubblica contesta la linea del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, che potrebbe essere nominato anche commissario straordinario, rispetto all'ipotesi di messa in opera del rigassificatore nel porto di Piombino.

"Ci piacerebbe allora che il Presidente della Regione avesse almeno il coraggio di dirlo chiaramente: - hanno provocato - a Piombino non si deve nascere, non ci si deve curare, non si deve lavorare. E tutto perché si è identificato questo territorio come enclave per i rifiuti al servizio di altri distretti industriali toscani che contano o italiani".

E ancora: "Cosa c'è ancora da capire? Non riescono a immaginarsela una nave di 300 metri ormeggiata in porto, con l'ulteriore conseguente inquinamento di un'area già compresa in un Sin? Non riescono a capire che lo Stato, lungi dal voler bonificare un'area tanto disastrata nonostante tutte le promesse fatte, intende sacrificarla ulteriormente ignorandone le enormi potenzialità? A cosa saranno destinate le vaste aree demaniali in concessione
a Jsw e non più necessarie ad una moderna acciaieria elettrica e alla laminazione? Perché non vengono recuperate le aree inutilizzate ed in concessione alla discarica ex Rimateria? Perché vengono lasciati in completo abbandono centinaia di ettari del Sin da bonificare?
Se davvero avessero a cuore il tema dell'energia si potrebbero mettere in sicurezza tutte quelle aree e utilizzarne una parte per vaste distese di pannelli per il fotovoltaico o pale eoliche e, perché no, grazie all'energia elettrica fornita dal sole e dal vento produrre idrogeno verde. Invece cosa fanno? Progettano di mettere il fotovoltaico in Val di Cornia utilizzando terreni agricoli che potrebbero produrre grano e girasoli, proprio quei generi alimentari il cui prezzo è destinato ad aumentare vertiginosamente nei mesi e negli anni a venire".

"Potremmo finalmente investire in tecnologie in grado di produrre energia pulita, rapidamente disponibile e in linea con le più moderne indicazioni relative alla sostenibilità ambientale. Invece cosa facciamo? Per la felicità di alcuni ci accontentiamo di produrre un po' di energia elettrica a costi altissimi, esponendo la città e il comprensorio a un elevatissimo rischio e a un danno economico incalcolabile per i settori legati all'economia del mare", hanno concluso.