L’aggressione avvenuta sabato notte a Calamoresca, in cui un ragazzo è stato brutalmente picchiato da un gruppo di coetanei ha lasciato indignata tutta la città di Piombino. Lo hanno ribadito anche i Giovani Comunisti che in una nota vogliono tenere alto il dibattito sull'accaduto e non archiviare il fatto a una ragazzata.
"È stata una scena di barbarie che ci interroga tutti: la città, le istituzioni, la scuola, le famiglie e la politica. - hanno commentato - Un episodio di violenza gratuita e cieca che non può e non deve essere minimizzato né archiviato come una rissa tra ragazzi. Non dobbiamo accettare che la violenza sia il modo normale di esprimersi per le strade".
"Serve una reazione collettiva. Ma non solo più controlli o “più pattuglie e telecamere, utili, ma non bastano, bensì un vero piano di sicurezza sociale che metta al centro i giovani e il loro disagio. La sicurezza non significa soltanto repressione, ma anche ascolto, spazi di aggregazione sani, politiche culturali, educative e di prevenzione.
La violenza esplode quando mancano punti di riferimento, quando la solitudine e l’assenza di prospettive diventano la normalità. È lì che dobbiamo intervenire: con investimenti nel sociale, con educatori di strada, con centri giovanili, con iniziative che diano ai ragazzi luoghi in cui sentirsi parte di qualcosa, non nemici gli uni degli altri.
A chi parla di generazione perduta rispondiamo con forza: no, non siamo una generazione persa. Siamo una generazione che chiede ascolto, rispetto, possibilità, cose che questo sistema ci ha tolto progressivamente. A quanti fanno il confronto con ieri: Piombino, trenta o quant'anni fa, offriva così poco?".
"Come Giovani Comunisti di Piombino, esprimiamo piena solidarietà al ragazzo aggredito e alla sua famiglia. Ma non basta indignarsi: serve un impegno collettivo per cambiare le condizioni che generano violenza. Solo così Piombino potrà tornare a essere una città che cresce, educa e protegge i propri giovani", hanno concluso.