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Rimpianto di scogliere

Su #tuttoPIOMBINO "Rimpianto di scogliere" di Gordiano Lupi. Foto di Riccardo Marchionni

Piombino (Foto di Riccardo Marchionni)

Rimpianto di scogliere e d’onde che frangono la costa, in questo assurdo e silenzioso aprile, quando neppure la pioggia riesce a lavare un’anima e un cortile. 

Le strade di Piombino son sempre state le mie strade, il mio cuore, la mia esistenza, viverle nel ricordo mi fa male, ne sento la mancanza, pure se non son le stesse strade, si trasfigurano in frammenti, in briciole d’angoscia. 

Ricordo una sera d’estate in via del Popolo, balcone di mare esposto ai venti, balaustra in granito e un vecchio asilo, poco distante Follonica e Punta Ala, Cerboli in canale, l’isola grande e pure Montecristo, nella tavolozza di colori schizzata da un pittore macchiaiolo. Palmaiola e la Corsica, intrepide tra nubi di pensieri, piazza Bovio in quel lago silente, la Rocchetta con le tamerici, il fico d’india aggrappato alle scogliere, le agavi a scoprire il solito infinito, la mia siepe di lentisco che da tanta parte il guardo esclude. Asilo Pro Patria della mia infanzia, dove stringevo la mano d’un nonno cantastorie, giardino infinito dove incontravo grilli e coccinelle, unico divertimento da bambino, qualche ciuffo di ginestra ormai sarà fiorita, fiorisce ovunque la povera ginestra, non serve acqua, non servono attenzioni … La villa fascista del passato, il giardino del nostro mar Tirreno, le luci spente verso sera, in un canale senza paranze, privo di lampare, la calma piatta, infinita, surreale. 

Ecco, lo sento venire, quel lieve scirocco che vira in maestrale. Palazzo Appiani è ancora là, finita la discesa, nella baia dove approdano le fiabe, muto e silente, tra case salmastrose, pitosfori, oleandri e quei fiori vermigli che stanno per spuntare. 

Gabbiani in volo, tortore innamorate - che nonostante tutto fanno il nido - in attesa o in ricordo, proprio non so dire, di tempi diversi, appena un po’ migliori.