Politica

"Limitarsi alla sola repressione non basta"

Rifondazione Comunista chiede un analisi e un intervento più profondo dopo la rissa avvenuta nel weekend in centro città

Il Partito di Rifondazione Comunista si è unito al dibattito aperto a seguito della rissa avvenuta nella tarda serata di sabato a Piombino in viale del popolo.  

"Esprimiamo piena solidarietà agli esercenti colpiti e al lavoratore ferito. È indispensabile che questi comportamenti vengano repressi con decisione, perché in gioco non c’è solo la sicurezza individuale, ma anche la riconoscibilità e la vivibilità della nostra città. - hanno commentato in una nota - Tuttavia, limitarsi alla sola repressione non basta. Serve un'analisi più profonda delle cause sociali che alimentano episodi come questo: perché questi episodi, sempre più frequenti, non sono più casi isolati, ma frutto di un disagio sociale profondo che va affrontato".

"Piombino è una città che negli ultimi decenni ha visto crescere l'abbandono scolastico, impoverirsi la sua rete associativa, spegnersi la vita dei quartieri. Con la fine del sistema di fabbrica che produceva reddito e coesione sociale, si è indebolita anche quella rete di prossimità che, un tempo, riusciva a intercettare e prevenire il disagio. - hanno proseguito - Siamo diventati una città sempre più vecchia, in cui la sera le strade sono vuote, dove chi esce lo fa con cautela e dove chi vive situazioni di marginalità resta isolato, invisibile fino al momento in cui esplode. In questo vuoto si inserisce la cultura della violenza e della sopraffazione, il simulacro di un potere che attecchisce tra chi è rimasto senza strumenti per esprimere il disagio e luoghi che possano incanalarlo questo disagio. La criminalità di strada, spesso la più visibile, la più fastidiosa, la più devastante per la percezione collettiva di sicurezza, non è solo il prodotto della cattiveria individuale. È il precipitato storico di una città che ha perso slancio e capacità di cura. Una città che ha smesso di generare linfa vitale buona, che si è ripiegata su se stessa, lasciando spazio alla crescita di culture violente e dannose per il territorio".

Rifondazione Comune ha inoltre evidenziato che la città non è priva di controlli tanto a ribadire che il problema non è l’assenza di controlli. "Il problema, allora, è più profondo. Non possiamo più pensare che basti una soluzione chirurgica o di forza. Serve una nuova mobilitazione collettiva. Serve un nuovo sistema Piombino: un grande lavoro culturale e politico, capace di ridare senso e prospettiva alla nostra città". 

"Noi di Rifondazione Comunista l’avevamo già chiesto: serve aprire un tavolo permanente che metta insieme servizi sociali, forze di pubblica sicurezza, Comune, associazioni, forze politiche. Non per dividerci, ma per condividere la responsabilità di risanare il tessuto della nostra comunità. Perché se oggi reprimiamo ma non costruiamo alternative, domani rischiamo di ritrovarci con ghetti che si isolano, con quartieri dove la legge della strada prevarrà sul diritto alla città. Non possiamo permetterlo. Piombino merita di vivere. E vivere vuol dire essere comunità".