Lavoro

La proposta di Cgil per la questione Rimateria

Superati i 20 giorni dal sequestro della discarica Rimateria il sindacato avanza un'ipotesi per rimettere al centro anche le bonifiche della Li53

"La vicenda della discarica Rimateria continua ad essere irrisolta", così hanno esordito Cgil Livorno, Cgil Piombino e Fpcgil Livorno. "Premessa la massima fiducia nella Magistratura ci auguriamo che si arrivi presto ad una soluzione positiva per il territorio, cittadini e lavoratori".

Superati i 20 giorni dal sequestro degli impianti di Ischia di Crociano, il sindacato ha sottolineato come ad oggi i problemi emersi rimangano inalterati. Intanto i lavoratori stanno continuando a manifestare e a confrontarsi con tutti coloro che vogliano ricevere chiarimenti sull'impianto.

"Senza interventi di risanamento, la discarica continua ad emettere gas per la decomposizione del materiale, producendo probabilmente percolato che provoca ulteriore pericolo di inquinamento se non trattato e controllato. - hanno spiegato - Il fermo degli impianti della discarica ha arrestato il processo di risanamento in atto, aumentando il disagio dei cittadini e del territorio, aggravando una situazione che, secondo quanto dichiarato dall'azienda, poteva essere sanata nei tempi previsti dal cronoprogramma. Le risorse necessarie per risanare venivano dai ricavi dei conferimenti, fermati anche quelli a causa del sequestro".

Riaprire la discarica per portare avanti i lavori, senza conferimenti, era un'opzione posta sul tavolo ma difficile da prendere in considerazione considerato che un intervento dei comuni possa essere complicato per le situazioni in cui versano i bilanci. 

"Il problema va quindi inquadrato nella sua interezza. - hanno aggiunto - Perché non collegare questa vicenda alla trattativa vendita della ex Lucchini? E alle fasi di discussione che riguardano l'annosa vicenda delle bonifiche, a partire dalla famosa discarica LI53? Perché non coinvolgere i ministeri competenti? Bonifiche e risanamento del territorio siderurgico non si possono fermare al confine delle acciaierie".

Una proposta lanciata per salvaguardare la salute dei cittadini e dei lavoratori. Ai Comuni e alla Regione la richiesta di valutare questa soluzione e di stimolare l'intervento dei ministeri competenti avviando un proficuo confronto con le organizzazioni sindacali.