Attualità

Sotto il cimitero

Su #tuttoPIOMBINO "Sotto il cimitero" di Gordiano Lupi

Foto di Riccardo Marchionni

Un ampio golfo nasce a Punta Ala, frantuma sogni e ricordi sulla Rocchetta, in fondo a Piazza Bovio, contiene l’azzurra visione di Cerboli e Palmaiola, mentre un volo di bianchi gabbiani disegna il contorno montano dell’Isola d’Elba. Un declivio di fichi d’india spinosi e tamerici salmastre lascia spazio a cespugli ordinati di ginestra odorosa, umile barba di Giove, semplice lentisco. 

Una domenica d’Agosto, come in un vecchio film neorealista, imbocchi la strada che degrada verso il mare, alzi lo sguardo sulle tombe d’un antico cimitero dove riposano i tuoi cari, pensi per un istante ai versi mandati a memoria ai tempi del liceo, al sonno della morte reso lieve dai sepolcri, all’ombra dei cipressi e dentro l’urna. Oggi non è giorno di tristezze, sei sotto il cimitero con tua figlia per fare un bagno in mare, per rivedere la spiaggia dell’infanzia rimessa a nuovo, per contenere una cascata incontenibile di ricordi. 

Scogliere, tuffi d’altri tempi, merenda pane burro e marmellata, nonni ansiosi e mamme premurose, adesso camper di turisti alieni che bivaccano sotto tamerici. Il fiore dell’agave è un indizio del passato, conquista il cielo, vive oltre le ceneri della madre pianta, baldanzoso e furente, sciabola che fende l’infinito, lancia acuminata svettante sulle nubi. Tua figlia teme le scogliere di quel mare, non trova consuete presenze, le rocce della sua Salivoli e la diga artificiale sotto il Nastro Azzurro. Non ti possono far niente, piccola mia, sono gli scogli che un tempo hanno protetto tuo padre, pensi mentre rivedi un sogno. 

Cambia la scena, un bambino corre tra le inferriate d’uno stadio dove un tempo fu sconfitta la Roma, raggiunge i campi da tennis del Circolo Magona e conquista il suo mare, senza badare alle tombe, tessere giganti d’un domino infinito, incurante di lentisco e tamerici, di profumi estivi indimenticabili. Tutto era presente, allora. Tutto doveva ancora accadere.