Attualità

Stadio Magona

Su #tuttoPIOMBINO Gordiano Lupi torna a rievocare e raccontare quel tappeto verde caro ai piombinesi

Per quanto ci sarai noi ci saremo, ricordando tempi perduti e folle in festa. Sono stati i nostri tempi il tuo splendore, siamo cresciuti al suon d’una leggenda, barbaglio trepido che riscalda i cuori, tra un rigore calciato in mezzo ai pali e una rincorsa sulla fascia laterale. 

Lo stadio più non sei che apriva cancelli verdeggianti a chi usciva in fretta da siviere, sei solo l’ombra di quando le tue gare cominciavano un quarto d’ora dopo perché arrivassero in tempo gli operai; sei solo la parvenza d’un passato, di altiforni e cadenti cokerie che non abbiamo mai dimenticato. 

Tribuna scomparsa, sedili arrugginiti, speranze di corse da bambini, per quella curva resina e ricordi, sole d’un tempo, occhiali verde scuro, un flebile rimpianto di sorriso. E la tua cadente impalcatura, tra gradoni stretti e bassi a tramontana, confonde l’eco di troppe grida andate, sogni che stemperano flebili sconfitte nel balenare piovoso del presente. 

Una sirena che adesso più non suona, non riprende il suo incedere possente tra quei palazzi color rosso mattone, siepi di pitosforo e cipressi. Il passato è solo tempo andato, non lo ritrovi nel gusto delle cose, il suo sapore è sempre un poco amaro, son solo sogni, son solo i tuoi rimpianti. 

Una palla gonfia quella rete, un urlo immenso dentro mille cuori, accade che d’un tratto lo ricordi quel vento caldo sollevarsi in cielo. Ma tanto lo sai che non ritorna, è un vento andato, è un vento ormai perduto.