Politica

Stallo Aferpi, l'Udc chiede un cambio di mentalità

In attesa del nuovo incontro, crescono i dubbi per il futuro dell'acciaieria Aferpi. Per l'Udc serve un cambio di mentalità

A pochi giorni dal deludente incontro, come lo hanno definito i sindacati, al Ministero dello Sviluppo economico e in attesa di una data certa per l'appuntamento con il ministro Calenda, si rincorrono le considerazioni su quello che saranno le sorti di Aferpi. 

"Oramai la chiave di lettura è chiara, sono stati quasi regalati 900 ettari di territorio, accettando un fantomatico piano industriale senza le giuste garanzie, spacciandolo per diversificazione, visto che di logistica ed agroalimentare non se ne sente neanche più parlare. - ha commentato Luigi Coppola (Udc) - E’ stata innescata una lotta con la lobby dell'acciaio gridando a cospirazioni e complotti, allontanando forse gli unici compratori del settore concretamente interessati, pretendendo di trovare qualcuno disposto a bruciare soldi propri per mantenere un modello economico superato e dato per fallito ufficialmente dal 2012".

Il risultato è un territorio schiacciato e ancorato alla mentalità assistenziale, come ha sottolineato Coppola.  

"Purtroppo ora è difficile uscirne, - ha aggiunto - qualsiasi iniziativa contro l’attuale proprietà dovrà pagare un prezzo elevatissimo, in caso contrario a luglio Cevital avrà carta bianca e potrà fare tutto ciò che vuole delle aree di sua pertinenza. Alla fine - ha concluso Coppola - il tanto vituperato Jindal o qualcun altro, con il benestare di Federacciai e di un governo sempre meno autorevole, dovrà accordarsi con Rebrab per salvare il salvabile a condizioni innegoziabili ed insindacabili".