Lavoro

"Subito mobilitazioni, va chiusa vicenda Jindal"

Il coordinamento Art-1 Camping Cig incalza i sindacati dopo le informazioni relative ai piani per lo stabilimento Jsw

"L'incontro di venerdì tra azienda, sindacati e Governo si è risolto con il consueto nulla di fatto: le solite promesse, il solito rinvio a data da destinarsi. In pratica, l'ennesima plateale presa in giro per i lavoratori e per l'intera città. Ancora una volta, si è dimostrata, per gli interessi e le aspettative del territorio, la totale inaffidabilità di Jsw e l'inconsistenza di un Governo che per Piombino negli anni ha dimostrato solo inerzia e indifferenza assoluta".

Parole del coordinamento Camping Cig a pochi giorni dall'incontro per le questioni legate al futuro dello stabilimento Jsw (leggi qui sotto gli articoli collegati).

"Oramai solo i ciechi, o i finti tali, non vedono la realtà a Piombino, come abbiamo detto mille volte, va chiusa subito la vicenda Jindal, prima che la chiuda la multinazionale dopo avere sfruttato lo stabilimento. Lo Stato deve riprendersi le acciaierie non ci sono alternative! È necessario seguire la strada di Taranto. - ha suggerito il coordinamento - L'intervento dello Stato deve essere all'interno di un piano di rinascita di Piombino, facendo decollare con consistenti investimenti pubblici, le bonifiche, le infrastrutture e la diversificazione economica".

"Nell'incontro di venerdì, i sindacati si sono dimostrati a dir poco inesistenti: hanno espresso solo un po' di malumore e, di nuovo, nessuna reazione concreta. E' obbligatorio invece partire subito con le mobilitazioni: si indica, prima che si fermino gli impianti, uno sciopero per dare un segnale tangibile all'azienda e al Governo. Dopo l'allentamento delle restrizioni Covid, i sindacati organizzino presidi e iniziative pubbliche, quanto più forti possibili. Se continueranno a stare con le mani in mano saranno da considerarsi tra i maggiori responsabili del disastro che ha sconvolto la vita di migliaia di lavoratori".

"Mentre si chiude la fase Jindal nessuno, però, può utilizzare la multinazionale come alibi per stare fermo. Va costruito subito un progetto, con i cittadini e i lavoratori, per far rinascere Piombino, - hanno concluso - in vista anche dei finanziamenti europei che dobbiamo pretendere, anche con forti mobilitazioni, arrivino anche sul nostro territorio. Le chiavi e i destini della città, per anni regalati alle multinazionali, adesso i sindacati, il Comune, la Regione e il Governo devono restituirli ai legittimi proprietari: i cittadini e i lavoratori di Piombino".