Politica

"Un disastro da cui oggi tutti si dissociano"

Gli stessi, secondo la lista Un'altra Piombino, che hanno contribuito alla sua realizzazione e alla sua agonica prosecuzione per Aferpi

Foto di repertorio

"Tutte le previsioni di Cevital sono clamorosamente fallite: e non si parla dell'addendum del 30 giugno. Tutto l'impianto previsto con l'accordo di programma 2015 è crollato, ed è crollato perché come i fatti hanno dimostrato, non era credibile fin dall'inizio", la lista Un'altra Piombino ha girato il coltello nella piaga degli sviluppi della vicenda Aferpi a Piombino dopo la decisione del ministro Carlo Calenda di dare mandato per la procedura di rescissione del contratto con Cevital per il polo siderurgico (leggi l'articolo correlato).

"Eppure è stato sottoscritto da soggetti autorevoli, esaltato e difeso oltre misura, costringendo questo territorio a consumare inutilmente più di due anni, senza che niente si muovesse, senza che un posto di lavoro si formasse, con oltre 2000 dipendenti (assunti da Aferpi) costretti a vivere con un salario ridotto e assistito. Mentre i lavoratori e le lavoratrici dell'indotto sono ridotti allo stremo, privi di qualunque copertura assistenziale. Un disastro - hanno aggiunto dalla lista - da cui oggi tutti corrono a dissociarsi, tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione e alla sua agonica prosecuzione".

"Noi abbiamo sempre sostenuto la fumosità e la non percorribilità di un piano fantasioso e abbiamo contrastato la Variante Aferpi, con la quale il Comune di Piombino ha vincolato un immenso territorio alle richieste dell'imprenditore inadempiente. Oggi, di fronte a tanto disastro, torniamo a ribadire che la società Aferpi non può più tenere in ostaggio un patrimonio immenso che nelle sue mani rimane inutilizzato", hanno sottolineato ricordando che a Piombino non è più possibile perdere tempo.

"Gli strumenti ci sono. - hanno concluso - Questo territorio deve cambiare passo e la politica che negli ultimi anni ha prodotto questo disastro non ha più margine per sostituire alle narrazioni esaltanti di ieri, la vuota retorica di oggi".