Attualità

Un tempo si parlava così…

Prosegue la rassegna dei modi di dire piombinesi ricordati da Gordiano Lupi per #tuttoPIOMBINO di QUInews Valdicornia. Foto di Riccardo Marchionni

Piombino (Foto di Riccardo Marchionni)

È vecchio come il cucco! mi è tornato in mente rileggendo un racconto di Aldo Zelli, il più grande scrittore piombinese del Novecento. L’espressione è sempre stata riferita a una cosa molto vecchia e il cucco veniva rappresentato come un uomo anziano, dalla lunga barba bianca, in atteggiamento meditabondo, in pratica era il vecchio profeta Abacuc. Secondo l’Accademia della Crusca - un’autorità in fatto di lingua italiana -, la parola cucco deriverebbe da cuculo, i cui nomi cuculo, cucco e cucù, hanno origine dal verso ripetitivo emesso dall’uccello (cu-cu). Inoltre per era del cuculo o del cucùs’intende un tempo molto lontano; da notare che la parola cucco significa anche sciocco, vista la permissività con cui il cuculo accetta le infedeltà femminili. Pure il Pascoli parla del cuculo e lo chiama chiù per la ripetizione del verso; Zelli nel racconto fa riferimento a un animale detto cucco che avrebbe la caratteristica di vivere moltissimi anni. Cucco potrebbe derivare anche da bacucco (“è un vecchio bacucco”), sempre per via del profeta Abacuc, spiegazione accettata anche dalla Crusca. Infine, secondo altri, il noto detto potrebbe essere frutto di uno dei primi giochi dell’antichità, un fischietto chiamato cuco.

Andare a zuzzurelloni è un modo di dire che mi ricorda l’infanzia. Lo zuzzurellone (per molti anni è stata l’ultima parola del dizionario della lingua italiana) - si può dire anche zuzzerellone o zuzzurullone- rappresenta il tipo giocoso, amabile, che passa la vita ruzzando, senza prendere niente sul serio. Andare a zuzzurelloni (c’era chi diceva persino a zizzirulloni) è proprio piombinese, invece, significa andare a perdere il tempo vagando per le strade, senza una meta precisa, avanti e indietro per corso Italia, passeggiare sul mare o in campagna, scherzare con gli amici, insomma passare le giornate in piacevole compagnia ma senza un preciso scopo. Non molto diverso l’epiteto a strasciconi, spesso usato in forma interrogativa, un poco più negativo nella sua forza espressiva: O cosa fai sempre a strasciconi? Sta proprio a indicare una persona che bighellona oziosamente. Sinonimi di a strasciconi- desunti ancora dal gergo popolare con significato piuttosto negativo - sono anche a peneroni e a bighelloni. Da notare che viene definito penerone un nullafacente, un ozioso, una persona che passa il tempo in maniera del tutto inutile e inconcludente.

Figlio d’un sette (anche nato d’un sette!) è un livornesismo dal significato oscuro. Usato come rimprovero cattivo e duro, un giudizio negativo senza appello. Per alcuni proviene dal più volgare nato d’un cane!, visto che setter è una razza canina, la erre finale si sarebbe contratta, dando luogo al modo di dire. Altri dicono che deriverebbe dalla lentezza con cui Modigliani completava i suoi ritratti (sette anni). Resta il fatto che nel livornese si dice anche nato d’un sei! Vada come vada non è certo un complimento. Figliettini! Invece è un’esclamazione che ha un senso esattamente opposto, si riferisce a persona sveglia e abile, intraprendente, talvolta è un rimprovero, ma sempre in senso bonario.

Per questa settimana è tutto, ma continuate a mandare i vostri modi dire alla mail lupi@infol.it.