Lavoro

"Jsw e quel piano industriale che non arriva mai"

L'Usb Piombino preoccupata per la dilatazione dei tempi dopo le parole di Regione e Governo sul piano industriale ponte e l'impegno dello Stato

Le acciaierie di Piombino

"Siamo entrati nel mese di Luglio e tutto tace. Lo stabilimento siderurgico è fermo e sempre più aree non sono utilizzate e quindi abbandonate e pericolose. Dopo le varie passerelle partendo dal governatore della Toscana Rossi e della sottosegretaria dello sviluppo economico Morani niente si è mosso, stiamo aspettando un piano industriale promesso nel 2018 che non arriva mai. Adesso aspettiamo l'ennesima nuova figura che dovrà risollevare una fabbrica siderurgica decadente". 

E' l'Unione sindacale di base a intervenire sulla questione Jsw Steel Italy a Piombino in attesa di conoscere il piano industriale ponte annunciato a inizio Giugno e che sarebbe dovuto essere presentato nell'arco di due settimane.

"Siamo molto preoccupati del silenzio sulla fabbrica e della sua sorte. Le Rsu si sono nascoste insieme alla politica regionale e governativa sulla richiesta del piano industriale, sembrava che tutto si sbloccasse da un momento all'altro dopo la passerella di Giugno, e invece siamo ripiombati nel limbo dei mesi e anni precedenti. - hanno aggiunto - Nel frattempo ci sono ancora capannoni che diventano ancora più pericolosi, ci sono gru che visibilmente fanno solo paura, anche alla cittadinanza piombinese. I lavoratori sono quasi tutto in cassa integrazione anche chi in questi anni lavorava sempre. I lavoratori e le loro famiglie sono preoccupati di questa situazione che sta peggiorando sempre di più. Hanno riempito i lavorato di promesse e speranze e invece Jindal non sta facendo ancora niente e i fatti non si vedono. Perché questo piano industriale non viene reso pubblico? Cosa si vuole nascondere? Il Governo deve decidere su cosa vuole far diventare Piombino. Questa situazione va avanti dal 2014 e i lavoratori sono stanchi di promesse non mantenute. Nessuno vuole decidere per non prendersi le responsabilità, ma così Piombino muore come già avvenuto per Bagnoli. Questo immobilismo danneggia anche le ditte e i loro lavoratori che lavorano all'interno delle acciaierie, tipo quella delle mense e delle pulizie".

"Si deve nazionalizzare per salvaguardare la produzione di acciaio e dei posti di lavoro. Piombino produce rotaie ad alta velocità e se il Governo vuole puntare sulla realizzazione dell'alta velocità ferroviaria in tutta Italia, Piombino è e resterà indispensabile per il futuro degli investimenti statali. - e hanno concluso dal sindacato - Tutti sappiamo che la totale occupazione di 1660 lavoratori è un miraggio, quindi con le istituzioni governative e regionali bisogna affrontare questa grave e possibile situazione, incentivi per uscita dalla fabbrica per un nuovo futuro e scivoli pensioni per chi è vicino alla pensione".