Attualità

Via del Chiassatello

Su #tuttoPiombino di QUInews Valdicornia “Via del Chiassatello” di Gordiano Lupi. Foto di Riccardo Marchionni

Sera d’ottobre, tamerice che si sporge in strada dalla balaustra in ferro, sussurra frasi antiche, parole stemperate nel vento di scirocco; una nave vaga in canale, illuminata da fari giganteschi, guidata da trepide speranze, puntando decisa al promontorio. Luci a Salivoli, non della ribalta, dello sconforto, della rassegnazione. Luci crepuscolari, luci decadenti, non a San Siro, caso mai al Magona. Se fossi regista avrei solo un remake da rifare, Il ferroviere, ma lo girerei crepuscolare, fotografato sempre in bianco e nero, ambientato in una palazzina a un dipresso da via Regina Margherita, zona del vecchio stadio, binari e speranze, in un luogo chiamato Chiassatello. Proprio come il Marcocci potrei bere il peggior vino delle loro botti, ché proprio accanto una fabbrica di liquori ormai perduta esalava alcolici miasmi. Tornerebbe come in una fiaba tutto in vita, magia della macchina da presa, persino le piante d’una casa cantoniera, secche e appassite, rifiorirebbero acacie a primavera, piante di banane, edera avvinta sui muri e buganvillea. Ma non lo faccio perché non son capace, sarebbe un tentativo non riuscito, allora sfoglio un crepuscolo triste e malandato, prendo la penna e scrivo quel che non voglio, quel che non sono stato.