Politica

Renzi per il Sì ma Piombino vuole altre risposte

Il premier è in città per la campagna referendaria per la riforma costituzionale. Presidio di protesta e cordone di sicurezza intorno al Palatenda

Aveva iniziato il partito di Rifondazione Comunista a commentare aspramente l'arrivo di Matteo Renzi per la campagna referendaria, invitandolo a soffermarsi su quello che è rimasto dell'acciaieria di Piombino, il secondo polo siderurgico in Italia. Ma oggi di fronte al Palatenda nel presidio protesta organizzato per accogliere il presidente del Consiglio Matteo Renzi ci sono anche ex lavoratori della Lucchini ora esponenti del coordinamento Articolo 1 - Camping Cig, l'associazione Restiamo umani, rappresentanti di Sel e del Movimento 5 Stelle. 

"Renzi è la persona che, con il suo governo, s'è preso la responsabilità di portare Rebrab a Piombino come possibilità di rilancio del polo siderurgico ex Lucchini - ha spiegato Alessandro Bambboni, lavoratore della ex Lucchini - A distanza di un anno e mezzo il piano industriale è fermo a zero, siamo stati quasi un anno e mezzo in cassa integrazione. Siamo rientrati adesso con un nuovo regime contrattuale di solidarietà, di fatto non andiamo a lavorare perchè non c'è bisogno di noi. L'indotto sta licenziando, Ora chiediamo chiarezza, vogliamo la verità".

"Con il nostro presidio vogliamo ricordare ai lavoratori, alla città e a Renzi che arriva a Piombino - hanno esordito Art. 1-Camping Cig - innanzi tutto la grave situazione che vivono centinaia di persone, travolte dalla sconcertante vicenda delle acciaierie, dell'indotto, nonché dalla crisi delle altre fabbriche piombinesi; in secondo luogo, riaffermare le connesse ragioni del no al referendum del 4 dicembre prossimo".