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Beni confiscati, Libera riapre il dibattito

Con il documento che sarà discusso in consiglio comunale si riapre il dibattito volto a promuovere percorsi di cittadinanza attiva sui beni confiscati

Foto di repertorio

Il presidio di Libera Rossella Casini di San Vincenzo/Castagneto Carducci ha espresso la propria soddisfazione e la condivisione dell’Ordine del Giorno “Promozione di iniziative volte a sostenere percorsi di cittadinanza attiva sui beni confiscati alle mafie”, presentato dal gruppo consiliare San Vincenzo e discusso nella seduta del consiglio comunale di lunedì prossimo.

L'ordine del giorno, infatti, ripropone quello approvato dal consiglio regionale della Toscana il 23 maggio scorso ed impegna lagGiunta comunale a sollecitare il Parlamento ad approvare il testo di legge che riforma il Codice delle leggi antimafia prima della scadenza della legislatura.

"La riforma - si legge in una del presidio Libero - introduce importanti novità, tra cui l’estensione della confisca anche ai reati per alcune fattispecie di corruzione, condizione base delle infiltrazioni mafiose, nuove azioni di sostegno per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate, il potenziamento e rilancio dell’azione dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati (ANBSC)Proponiamo alle Amministrazioni Comunali della zona - hanno aggiunto - di portare alla discussione e alla votazione l’Ordine del Giorno che sarà presentato lunedì prossimo al Consiglio Comunale di San Vincenzo".

Insomma, l'invito è di allargare la discussione a tutta la Val di Cornia e non solo, specie alla luce di quanto è stato registrato nel territorio. Attualmente in provincia di Livorno i Comuni interessati da confische da parte dell'Agenzia Nazionale sono Rosignano Marittimo, Cecina, Castagneto Carducci, San Vincenzo, Campiglia Marittima, Piombino e Portoferraio. "Sono 34 gli appartamenti, altri immobili, strutture commerciali e terreni confiscati, 1° e 2° grado, 7 le aziende a Piombino, Portoferraio, Livorno, Rosignano", hanno delucidato in una nota.

"Sono sempre più numerosi i beni confiscati, segno dell’efficacia dell’azione di contrasto di Magistratura e Forze dell’Ordine, pochi però quelli riassegnati per un utilizzo sociale e pubblico. Ciò comporta il rischio che essi vengano abbandonati e subiscano un degrado grave, invece che ritornare alle comunità a cui mafie e criminali li hanno sottratti. Oppure che vengano messi in vendita, con il rischio che tornino nelle solite mani. - hanno aggiunto - A nostro avviso occorre operare con spirito di collaborazione tra Istituzioni e Associazioni per una formazione, culturale e professionale, mirata ad elaborare progetti che si candidino al riutilizzo pubblico dei beni confiscati". 

Con il consiglio comunale di San Vincenzo si aprirà dunque il dibattito non nuovo alla Val di Cornia. Basti pensare alla nuova vita del bar Mirò a Piombino malavita organizzata nel marzo scorso dalla Guardia di Finanza  (leggi l'articolo correlato).