Politica

Rimateria, i no di Ferrari e le azioni di Pellati

Sono i sindaci di Campiglia e San Vincenzo a ricordare come gli ultimi tasselli siano stati fissati dal presidente nominato da Ferrari

"Il sindaco Ferrari continua a confondere i piani. Ovvero la politica, i partiti, gli amministratori e i soci di una azienda. Eppure, per uno che ha la sua formazione, non dovrebbe essere invece difficile distinguere i ruoli, i livelli e le responsabilità”, tornano a parlare i sindaci Alessandro Bandini e Alberta Ticciati sottolineando che il loro intervento è in qualità di soci di Asiu “in difesa obbligatoria delle prerogative delle amministrazioni di cui siamo responsabili. Prerogative che sono, a maggior ragione, disponibili al Comune di Piombino che è socio di maggioranza di Asiu”. 

“Le carte che si dichiara si stanno studiando da parte del Comune di Piombino non dicono da nessuna parte che il potere pubblico è solo di veto e che può solo dire si o no, non progettare Piani Industriali (come ha recentemente detto il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, ndr). Da nessuna parte. Anzi, si rilegga lo statuto, casomai sono i privati che, in presenza di richiesta di modifiche da parte del pubblico e da loro non condivise hanno la disponibilità di uscire dalla compagine. - hanno detto i sindaci di Campiglia e San Vincenzo - La controprova fattuale? La proposta di modificare il Piano Industriale vigente è stata fatta dal Presidente Pellati che rappresenta la quota pubblica e dal pubblico, anzi da Ferrari, è stato nominato. Ferrari ha dunque votato contro la proposta di Pellati di stralciare la LI53 dal Piano industriale e di limitare questo al solo rialzo e riprofilatura della discarica ex Lucchini. Questi sono i fatti inconfutabili e verbalizzati. E i privati, così come il liquidatore Asiu, nell’assemblea di Rimateria, hanno solo preso atto della posizione del Comune di Piombino contraria allo stralcio della LI53 e dunque per mantenere quest’ultima all’interno del Piano Industriale”.

Per i sue sindaci Pd inutile manifestare contro Rimateria, per loro la strada più giusta è chiedere le bonifiche attraverso Rimateria.

Intanto il sindaco Francesco Ferrari ha fatto sapere che Rimateria ha presentato ricorso alla delibera in cui si dichiara Colmata e Montegemoli centro abitato (leggi qui sotto l’articolo).

Sulla questione Rimateria e sui recenti consigli comunali, inoltre, è intervenuta anche la lista Campiglia Comune rispondendo alle recenti accuse sollevate dalle forze di maggioranza a Piombino.

“È doveroso sottolineare che, al contrario di quanto da altri affermato, le decisioni che prendiamo in consiglio comunale sono il risultato di scelte collegiali, di prolungate e approfondite discussioni, che portano il gruppo a condividere e non sono imposte da nessuno. Nè il Pd, che ricordiamo essere un soggetto parte della coalizione che sostiene l’Amministrazione di Alberta Ticciati e non il partito egemone che detta linea e regole ad un Consiglio composto da presunti alzatori di mano, né l’Associazione Agorà, altrettanto importante forza di coalizione, hanno potere di dettare regole sul consiglio comunale. - hanno detto - Tralasciando la polemica pretestuosa e fuori luogo che non porta senz’altro niente di efficace, vorremmo, invece, far notare in maniera netta e decisa il contrasto che si è venuto a creare tra le scelte del sindaco di Piombino e quelle della società Rimateria, il cui presidente è stato scelto dal primo cittadino piombinese. È evidente a chiunque che una siffatta dicotomia è espressione di divergenze profonde su un tema così importante e trarne le conseguenze sarebbe quantomeno opportuno; una simile discordia di indirizzo non può che ripercuotersi sull’attività di Rimateria stessa e sulle decisioni che dovrebbero essere prese per trovare eventuali soluzioni alla situazione di stato attuale. Se esse fossero condivise tra i vari comuni, sarebbe si, aldilà della polemica sterile che si è creata, un bell’esempio di sovracomunalità. È nostra impressione però che il comportamento e le prese di posizione dei comuni di Piombino e Suvereto non vadano certo in questo senso. È quindi inutile tirar fuori il tema della sovracomunalità quando coloro che lo sbandierano vanno in tutt’altra direzione. - e hanno concluso - Tutto ciò lascia solo domande e perplessità e nessuna risposta”.