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Ripascimento, il Wwf chiede due approfondimenti

Il Wwf Livorno solleva due aspetti da approfondire prima di avviare l'intervento di ripascimento per non alterare l'identità del litorale

In merito all'operazione di ripascimento dell'arenile a sud del porto di San Vincenzo, il Wwf Livorno propone il suo punto di vista riguardo la natura dell'intervento e alcuni aspetti che "dovrebbero essere focalizzati meglio".

"La granulometria (0,8-1 mm) delle nuove sabbie di cava, dovrebbe rendere più stabile la linea di costa per la sua maggiore consistenza rispetto alla precedente. - viene riferito in una nota - Il nostro dubbio sorge sul fatto che non essendo propriamente sabbie marine, come previsto anche dagli studi preliminari, potrebbero causare fenomeni di intorbidimento, come già avvenuto nel 2015 senza reali garanzie di riuscita. Come consigliato dagli uffici del genio civile, si deve cercare di non alterare l'identità del litorale sabbioso e la scelta del materiale di cava (che può avere una logica per la sua maggiore granulometria), non l'ha nel concetto di identità del litorale sabbioso”.

Il riferimento va direttamente alle note di Arpat e Ispra nelle quali si fa presente che "ci sono dei '..superamenti del livello L2 da parte di Cromo,Arsenico e Nichel sono attribuiti alla “natura geochimica dei sedimenti (come già evidenziato in studi effettuati in passato in questa area) e quindi non pericolosi per l'ambiente marino'. - hanno aggiunto - Viene comunque richiesta una documentazione tecnica di supporto alle attribuzioni dei superamenti di Cromo, Nichel ed Arsenico alla natura geochimica dei sedimenti. Pertanto chiediamo che sia reso pubblico tale documento senza il quale sarebbe insensato iniziare dei lavori. Questo anche a garanzia della qualità della posidonia spiaggiata e sepolta in trincea prima dell'estate nel comune di Castagneto Carducci".

Proprio sul materiale utilizzato il sindaco di San Vincenzo aveva ribadito che non c'è nulla da chiarire.

Altro aspetto sollevato dal Wwf è quello che riguarda la Posidonia. A proposito di questo il Settore Tutela della Natura e del Mare dice che "la movimentazione di inerti con mezzi meccanici, non dovrebbe danneggiare la prateria; è comunque necessario che in corso d’opera venga effettuato un controllo accurato della presenza della prateria nelle aree di cantiere e l’adozione di tecniche di lavorazione tali da preservare il più possibile la Posidonia presente nell’immediato intorno del manufatto”.

Per questo per tutelare l'impatto con l'ecosistema marino bisognerebbe effettuare uno studio sull'area di intervento con lo scopo di caratterizzare biologicamente il contesto. Anche questo studio secondo il Wwf Livorno dovrebbe essere reso pubblico per l'opportuna valutazione prima di procedere con l'intervento.