Attualità

Quale futuro per quel silos abbandonato?

Lo scheletro di ruggine spicca all'ingresso di San Vincenzo. Il Comitato per Campiglia chiede di riprendere in mano un'idea per evitare la demolizione

Il silos Solvay in una foto d'epoca

Che fine farà il silos Solvay di San Vincenzo? Se lo domanda il Comitato per Campiglia di fronte a "un processo di degrado sempre più veloce".

"Tutta la vicenda è sintomatica di una periferia culturale quale è quella della Val di Cornia dove ad esempio è stato demolito a Piombino il primo altoforno e a Campiglia Marittima gran parte delle strutture della miniera di stagno di Monte Valerio di proprietà Sales", hanno detto in una nota sottolineando la mancata promozione da parte della proprietà di un concorso di idee per recuperare il silos.

"D'altra parte il Comune, - hanno aggiunto - oltre ad opporsi giustamente alla demolizione del silos, non ci risulta si sia mai preoccupato di richiedere alla Soprintendenza ai Monumenti di apporre un vincolo sull'edificio, cosa che potrebbe benissimo fare e che, in caso di esito positivo, bloccherebbe definitivamente il pericolo della scomparsa di un esempio importante di archeologia industriale".

Negli anni, inoltre, non risulterebbe che la Soprintendenza si sia attivata autonomamente per un inter che vincolasse le sorti di quell'edificio. Tutto questo per evitare che l'edificio progettato dall'ingegner Pier Luigi Nervi venga fatto sparire.