A conclusione di una fase di indagini della durata di oltre un mese e mezzo, sono stati presentati i primi risultati provenienti dagli scavi archeologici realizzati nella Grotta della Lucerna, all’interno della Cava Solvay a San Carlo.
La ricerca, ricordiamo, viene svolta con il patrocinio del Comune di San Vincenzo e nasce da una collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena, il Museo di Storia Naturale del Mediterraneo della Provincia di Livorno e Solvay stessa, con la finalità di indagare un importante complesso minerario situato nel Comune di San Vincenzo, scoperto nel 2018 dal Gruppo Speleologico Archeologico Livornese, che ha restituito tracce significative di coltivazione riferibili ai periodi etrusco e romano. Al fine di condurre la campagna di ricerca 2025, i soggetti coinvolti hanno infatti deciso di formalizzare un accordo di collaborazione che è in corso di sottoscrizione.
L’iniziativa, di alto valore scientifico e culturale, vede la sinergica collaborazione tra le parti e si inserisce nel contesto delle attività di ricerca finalizzate all’approfondimento delle conoscenze sul sistema minerario etrusco e romano presso i Monti di Campiglia Marittima.
“Il nostro intervento - ha affermato Andrea Zifferero, docente dell’Università di Siena e Direttore Scientifico di questa ricerca - è accompagnato da una piena condivisione degli obiettivi con gli altri Enti e con Solvay, in un clima di collaborazione che ha reso più semplici le operazioni di identificazione delle grotte-miniera più antiche, la cui coltivazione risale ai periodi etrusco e romano, tra le quali la Grotta-miniera della Lucerna, così denominata dal rinvenimento al suo interno di una lucerna in ceramica a vernice nera, risalente al II secolo avanti Cristo, oggetto di un intervento di scavo archeologico appena ultimato”.
L’obiettivo dei saggi di scavo è l’indagine stratigrafica dell’area in superficie antistante l’ingresso del complesso minerario, lungo un pendio collinare ricoperto dalla macchia mediterranea. I saggi sono realizzati su concessione di scavo richiesta dal Museo di Storia Naturale di Livorno alla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura; lo scavo, della durata di sette settimane, è stato collocato in un’area di cava in attività con accesso controllato da personale Solvay.
"Siamo stati molto lieti di poter accogliere nella Cava di San Carlo questi ricercatori e di avere avuto l'opportunità di supportare concretamente questa importante iniziativa. - così Nicolas Dugenetay, Direttore dello Stabilimento Solvay di Rosignano - Sostenere la cultura scientifica rappresenta un valore storico per il nostro Gruppo: promuoverla nei luoghi in cui si estrae il calcare, cioè una delle materie prime fondamentali per il classico processo Solvay, assume per noi ulteriore fascino e significatività".
“La presentazione dei primi risultati degli scavi nella Grotta della Lucerna rappresenta un momento di grande rilevanza per la nostra comunità. — ha dichiarato il sindaco di San Vincenzo — Questa ricerca, condotta in stretta collaborazione tra Università, istituzioni e impresa, testimonia come la sinergia tra il mondo accademico, gli enti pubblici e il settore privato possa generare conoscenza e valorizzare il nostro patrimonio storico e territoriale. Il Comune di San Vincenzo è orgoglioso di sostenere un progetto che unisce rigore scientifico, tutela del paesaggio e approfondimento delle radici etrusche e romane del nostro territorio, elementi che costituiscono parte integrante della nostra identità culturale”.