Cultura

Al romanzo di Ebe Serni il premio Emilio Agostini

Si intitola Emancipàzzia ed è stato selezionato dal circolo culturale Emilio Agostini per l'edizione 2025 del premio

Il Circolo Culturale Emilio Agostini di Sassetta ha assegnato l'edizione 2025 del Premio Letterario all’opera Emancipàzzia, romanzo di de-formazione di Ebe Serni. Il Premio sarà consegnato venerdì 11 Luglio 2025 alle ore 21 a Sassetta nel suggestivo scenario del Borgo di Mezzo. Seguirà la presentazione del libro  con la professoressa Lorenza Boninu e l'autrice.

L'autrice Ebe Serni è nata nel 1964 a Sassetta. Dopo la laurea in Filosofia, ha insegnato per trent’anni nelle scuole superiori. Vive e lavora a Castagneto Carducci, dove collabora alla gestione dell’agriturismo Podere Bagnoli.

Il libro racconta la storia di una passione eretica e intemperante, che chiama in causa il valore della libertà e dell’educazione alla conoscenza. Due prerogative, queste, che nel romanzo vengono costantemente ricondotte alla vita per coniugare i destini bizzarri che determinano le nostre esistenze, comprese tra caso e necessità, con i pochi spazi residui dell’intenzione che ne riscattano le sorti e restituiscono quel poco di autonomia che non è arbitrio ma rivendicazione di scelta personale, impegnata e sofferta. Il titolo è un neologismo che contiene il senso del testo: per emancipàzzia, infatti, si intende la “liberazione da uno stato di minorità o soggezione compiuto sotto la spinta d’un sentimento folle che prelude a un esito infausto come nel caso di Ipazia d’Alessandria”. Nelle pagine si dà conto di un caso di emancipàzzia, vale a dire dello sforzo tenace e vagamente insano attraverso cui, abbandonata una condizione di partenza ritenuta costrittiva e castrante, si accede a uno status liberatorio ma anche escludente e esclusivo, tanto da suscitare nuove forme di ribellione. L’emancipàzzia ha un evidente risvolto sociale e questo, dunque, è anche un romanzo di denuncia: il misconoscimento di quell’insieme di presupposti convenzionali che fanno ritenere il quotidiano ovvio, facendocelo accettare in modo passivo.