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Si dimette il vicepresidente di Tiemme

A pochi giorni dalla gara regionale che deciderà il futuro della società Carlo Torlai lascia e lo scontro diventa politico: Parodi attacca Giuliani

Con una mossa a sorpresa Carlo Torlai lascia il cda di Tiemme. Il fatto, ufficializzato ieri sera durante la riunione tenutasi a Siena avviene a pochi giorni dall'apertura delle buste per la gara sul trasporto pubblico locale regionale da cui dipenderanno molto le sorti della stessa società.

Ed è proprio la tempistica a stupire: se infatti a Torlai erano state chieste le dimissioni, come da lui ammesso, fin dal rinnovo delle cariche in Atm, niente lasciava immaginare che il passo indietro sarebbe avvenuto a ridosso dell'appuntamento più importante.

"Quando fu rinnovato il Cda di Atm, a fine luglio scorso - racconta - io come ex presidente ero ancora in Tiemme. Chiesi cosa avrei dovuto fare e gli stessi sindaci mi chiesero di restare fino alla conclusione della gara per il Tpl in tutta la Toscana. Del resto avevamo presentato l’offerta da poco". 

"Poi è successo che il sindaco Massimo Giuliani mi ha chiesto di dimettermi subito e io, che ho rispetto per le istituzioni, peraltro Piombino ha la maggioranza assoluta in Atm, ho fatto quello che mi è stato chiesto, scrivendo ai sindaci i motivi della mia scelta". 

Una scelta che ha scatenato la bufera politica con il sindaco di Suvereto, Giuliano Parodi, che per primo si è scagliato contro il collega di Piombino, Giuliani, accusandolo insieme al Pd di gestire le cariche delle partecipate motu proprio: "Poco più di 2 mesi fa il sindaco di Piombino riunì i sindaci per comunicare la sua intenzione di rinnovare il Cda di Atm. Io non ne vedevo la necessità prima della sua scadenza, nutrendo stima il lavoro svolto da Carlo Torlai alla guida della società. In quell'occasione Giuliani ribadì che avremmo rinnovato solamente il cda di Atm, ma che Torlai sarebbe rimasto nel cda di Tiemme sino all'aggiudicazione definitiva della procedura di gara regionale". 

"Resto basito dalla leggerezza con cui il sindaco di Piombino e il suo partito stiano gestendo in maniera autonoma e autoreferenziale le decisioni sulle partecipate: violando leggi nazionali del loro Governo, e sostituendo a piacere senza un fondato motivo e dopo aver speso parole di apprezzamento e fiducia, presidenti e componenti dei Cda. 

Un sistema di potere che deve essere palesato ed interrotto per il bene comune. Se per far posto a qualche amico dell'amico e garantire uno stipendio o un posto di lavoro a qualche fedelissimo si devono togliere persone competenti e sostituirle con altri, a discapito della qualità del servizio, credo sia un gesto di estrema gravità. Io non ci sto e lo denuncio pubblicamente, aspettando risposte concrete e motivate dai diretti interessati".