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Ecco i motivi dei cattivi odori dalla discarica

L'Arpat ha risposto alla richiesta del sindaco di Suvereto in merito alle maleodoranze provenienti dalla discarica. Scoperto il motivo

Foto di repertorio

Consegnata al sindaco di Suvereto la risposta dell'Arpat in merito alle maleodoranze registrate nei pressi della discarica di Piombino. 

"Finalmente una risposta da un organo competente che chiarisce l’origine e il motivo dei miasmi", ha commentato il primo cittadino del borgo di Suvereto. Arriva insomma una risposta ai tanti cittadini che si chiedevano le origini di tali odori preoccupati anche per la loro salute (leggi qui sotto gli articoli correlati).

"La discarica Rimateria è autorizzata con A.I.A. rilasciata dalla Regione Toscana con Delibera n.761 del 01/08/2016. Allo stato attuale la discarica riceve rifiuti non pericolosi costituiti da rifiuti inorganici e organici (biodegradabili). - si legge nella risposta - I processi di degradazione dei rifiuti solidi urbani conferiti negli anni precedenti e contenuti nel corpo di discarica, oltre ai conferimenti più recenti di rifiuti speciali biodegradabili, determinano la produzione di biogas. Il biogas contiene sostanze con elevato potere odorigeno come, ad esempio, l’idrogeno solforato. Tutte le discariche devono essere gestite per ridurre al minimo le emissioni di biogas. A tal fine devono essere dotate di una efficace rete di captazione con utilizzo del biogas per fini energetici o, in alternativa, con avvio dello stesso alla combustione mediante una apposita torcia".

E qui il punto: "Il sistema di captazione e utilizzo del biogas della discarica di Rimateria, autorizzato con la Delibera 761/2016, prevede un assetto iniziale di 34 pozzi di captazione da estendere con ulteriori pozzi fino alla chiusura definitiva della discarica. - viene spiegato - Il Settore Bonifiche e Autorizzazioni Rifiuti della Regione Toscana, rilevando che il biogas prodotto dalla discarica non era aspirato e bruciato dal sistema di recupero energetico o combusto in torcia, con atto n.17478 del 29 novembre 2017, ha diffidato il gestore a garantire l’aspirazione in continuo e il trattamento del biogas, ripristinando immediatamente il collegamento di tutti i pozzi di estrazione esistenti alle stazioni di aspirazione e inviando il biogas estratto a idoneo trattamento".

Dal controllo Arpat del 5 Marzo è risultato che "i pozzi collegati alla rete di captazione sono 16 su 34, ovvero circa la metà di quelli autorizzati, e che il biogas captato è combusto in torcia. Il sistema di captazione risulta a tutt’oggi ridotto rispetto a quello previsto in autorizzazione e questo determina la diffusione di biogas responsabile dell’impatto odorigeno. Si ritiene pertanto, ad oggi, rispettato solo in parte quanto disposto dalla Autorità Competente. Secondo i dati forniti dal gestore circa il 30 per cento del biogas prodotto è regolarmente intercettato".

Ecco dunque il motivo delle maleodoranze. Per far fronte a ciò sarebbe in corso di predisposizione la gara di appalto per la trivellazione dei 35 pozzi (12 pozzi esistenti da rifare e 23 nuovi) oltre a 3 nuove stazioni di regolazione, e che prevede di completare le opere del nuovo stralcio entro i primi 6-8 mesi del 2018.

"Nel frattempo - tengono a precisare dell'Arpat - proseguono i controlli dell’Agenzia con puntuale informazione dell’Autorità Competente e del Sindaco di Piombino".