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Olivicoltura intensiva, nuovi investimenti e dubbi

L'associazione Uniamo Suvereto ha evidenziato una serie di caratteristiche della Val di Cornia che non si sposerebbero con questo tipo di impianti

Olive (Foto di repertorio)

Rispetto alla possibile realizzazione di un grande impianto di olivicoltura intensivo nell'area tra Riotorto, Venturina e Suvereto, non è rimasta indifferente l'associazione Uniamo Suvereto che ha evidenziato una serie di peculiarità della Val di Cornia.

"La Val di Cornia, Suvereto in particolare, ha improntato da anni un’economia agricola sullo sviluppo ecosostenibile e di qualità per dare garanzie non solo in termini di ambiente e incremento occupazionale, ma anche per offrire garanzie alla tutela della salute. - ha esordito - Tante piccole e medie aziende presenti hanno scommesso e investito convertendosi al biologico e biodinamico, a salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità. Esiste in Val di Cornia un problema di carenza e approvvigionamento della risorsa idrica, - hanno aggiunto - la situazione climatica, di cui viviamo già oggi, ci presenta e ci prospetta situazioni di gravi siccità, con enormi problemi per le aziende già esistenti. Da non tralasciare poi l’aspetto storico e paesaggistico. Da questi propositi, secondo noi, le Istituzioni, la politica tutta e i cittadini devono avere la capacità di riflettere traendo indirizzi di sviluppo del territorio, dai quali anche i nuovi investitori devono prendere spunto per i loro investimenti e non l’interesse privato teso a condizionare le sorti di un territorio".

L'associazione Uniamo Suvereto, pur conoscendo le difficoltà del settore agricolo, si domanda se "i nuovi investitori hanno questa consapevolezza e se hanno sentito la necessità di confrontarsi con le istituzioni locali, prima di qualunque altra iniziativa, per conoscere le potenzialità del territorio e se nel caso i contatti ci fossero stati, quali risposte e garanzie sono state date e sulla base di quali progetti e suoi contenuti. E le Istituzioni, quale garanzie e benefici vedrebbero in questo progetto per il domani del territorio?".

"A Suvereto, già nel programma di Sagra del 2019, patrocinato dal Comune di Suvereto, fu ospitata una iniziativa sull’olivicoltura superintensiva, che, a parte i promotori, creò non poco sconcerto tra alcuni presenti per come veniva presentata, esaltando l’aspetto di convenienza economica per le aziende, e come si percepiva, di interesse per professioni e altre ditte legate al settore per l’aspetto tecnico e di investimento iniziale. - hanno ricordato - Grandi estese di super intensivo segnerebbero il passaggio ad un’industrializzazione vera e propria del settore olivicolo, che vedrebbe prevalere e stravolgere un modello di economica agricola già in atto nel territorio, oltre a portare un limitatissimo sviluppo di occupazionale locale".

L'associazione chiede dunque quali sono le garanzie per le produzioni agricole esistenti e per lo sviluppo ecosostenibile del territorio.