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Aree di crisi, oltre 80 assunzioni sulla costa

Siglati in Regione i protocolli di insediamento per le aree di crisi complessa di Livorno e Piombino finanziati dalla Regione con 6 milioni di euro

Sono dodici i progetti presentati dalle quattordici aziende, tre delle quali riunite in un consorzio, che hanno risposto all'appello della Regione aggiudicandosi i bandi per il finanziamento. Ora i dirigenti delle imprese e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi hanno firmato, nella sede della presidenza regionale in Palazzo Strozzi Sacrati, i protocolli d'insediamento ad essi legati. I progetti sono il risultato dei due accordi di programma tra Governo nazionale, Regione Toscana e enti locali per l'avvio di progetti industriali in grado di creare nuova occupazione nelle aree di crisi complessa di Livorno e Piombino. 

Guardando ai numeri, si tratta di più di 80 posti di lavoro e il finanziamento regionale ammonta a 6 milioni e 200mila euro. Nel complesso, otto dei dodici progetti industriali riguardano l'area di crisi di Livorno, cinque a Livorno città e tre a Rosignano Marittimo, mentre quattro riguardano l'area di crisi di Piombino. 

Le aziende che si sono aggiudicate i finanziamenti, per l'area di Livorno, sono la Sime srl di Rosignano Marittimo, la Lumar Impianti srl di Livorno, la 3Dnex Tech Srl di Livorno, la Softec di Livorno, la Marina Cala de' Medici Spa di Rosignano Marittimo insieme a Caen Rfid Srl e Net7 Srl, la Base Spedizioni Internazionali Spa di Livorno, la Tourf Europe Srl di Livorno, la Hunkeler.it Srl di Rosignano Marittimo. Per l'area di Piombino, invece, sono la Arcelor Mittal Cln Distribuzione Italia Srl, la Palaescandolo Lavorazioni Siderurgiche Srl, la Due Emme Spa e la Orizzonte Srl.  

I settori in cui operano le aziende sono estremamente eterogenei: oil e gas, energia, manifattura, ma anche nautica, agricoltura e turismo. C'è chi vuole diversificare l'attività, chi ampliarsi, chi migliorare il rapporto tra qualità e prezzo dei prodotti. E sono stati gli stessi imprenditori a ribadire la necessità di investire per creare nuova occupazione in un'area dove la crisi ha picchiato e picchia duro. Ora si guarda al futuro con le domande di altre 8 aziende ancora al vaglio per altri 85 nuovi possibili posti di lavoro.