Lavoro

Grido di allarme da agricoltori e allevatori Cia

La rappresentanza di Cia Etruria alla manifestazione nazionale per chiedere, in primis, il giusto reddito lungo la filiera produttiva

Circa 2mila tra agricoltori e allevatori, di cui un’importante rappresentanza toscana, sono scesi in piazza Santi Apostoli a Roma. Si tratta della prima manifestazione indetta dalla Cia nazionale a distanza di molti anni resasi necessaria in virtù della difficile situazione che il mondo agricolo sta vivendo. 

In generale i rincari dalla terra alla tavola arrivano fino al 500%. Per esempio, il venturinese Sandro Barsotti è vicepresidente Asport e si occupa della filiera del pomodoro da industria. “Ho partecipato perché oggi, a causa dei rincari alle stelle, dobbiamo fare grossi sacrifici per proseguire la strada tracciata dai nostri nonni. - ha commentato - Si deve capire che l’agricoltura è l’asse portante del Paese, credo che se purtroppo continueremo a non essere ascoltati dovremo pensare a proteste più incisive”. 

Ciò che la Cia chiede è di garantire il giusto reddito agli agricoltori lungo la filiera produttiva, incoraggiare l’aggregazione aziendale incentivando le piccole e medie imprese anziché mortificarne lo sviluppo. Al Governo la confederazione chiede inoltre una semplificazione delle pratiche per il reperimento della manodopera; stop alle accise e all’Iva sui carburanti; un sistema assicurativo in grado di tamponare le emergenze climatiche (dalla siccità alle bombe d’acqua) oltreché affrontare seriamente l’annoso problema della fauna selvatica che sta distruggendo interi allevamenti. 

“Sono soddisfatta della nutrita partecipazione degli agricoltori delle province di Livorno e Pisa scesi in piazza per portare avanti le nostre istanze. - ha commentato Cinzia Pagni, presidente Cia Etruria - Non sarà possibile sopportare un altro anno così. Ora ci attendiamo delle risposte perché alla lunga le mancate risposte possono portare all’esasperazione”.