Prosegue il lavoro avviato dalle Amministrazioni Comunali della Val di Cornia per affrontare congiuntamente il tema della pianificazione e la conseguente realizzazione degli impianti di produzione sostenibile di energia.
Nella giornata di ieri i sindaci dei Comuni di Piombino, Campiglia Marittima, San Vincenzo, Suvereto e Sassetta si sono nuovamente incontrati a Venturina Terme, accompagnati dai rispettivi tecnici e assessori competenti, per proseguire nella mappatura delle aree idonee/non idonee ad ospitare impianti cosiddetti green, al fine di condividere una visione omogenea e consapevole dell’intero territorio e comporre una proposta concreta e credibile da sottoporre alla Regione Toscana, chiamata dal Ministero a legiferare in materia.
“Il lavoro che stiamo portando avanti è complesso ed articolato. Stiamo chiedendo ai nostri uffici un grande sforzo interpretativo che esca dai canonici confini normativi e gestionali e per questo li ringraziamo, raccogliendo con soddisfazione i primi risultati prodotti” - dichiarano congiuntamente i Sindaci.
“Siamo impegnati a dare il nostro responsabile contributo a questa necessaria transizione, ma lo vogliamo fare senza perdere di vista ciò che fa delle nostre città e delle nostre campagne gioielli preziosi da difendere. - proseguono i sindaci- E' pericoloso che agli enti locali sia sottratto il potere della pianificazione: inaccettabile che i comuni possano normare l'apertura di una nuova finestra o il colore di un infisso, ma non abbiano alcuna voce in capitolo sul proliferare indiscriminato e sregolato di impianti fotovoltaici, eolici o di accumulo, ovunque vi sia la disponibilità del terreno”.
A breve i Sindaci trasmetteranno formale richiesta di incontro e confronto alla Regione Toscana, al Presidente Giani e all’Assessora Monni, al fine di presentare la loro proposta pianificatoria “una proposta responsabile e seria – assicurano - che declina però le norme attraverso la conoscenza e l’attenta lettura delle nostre campagne, dei nostri centri urbani e produttivi, dei nostri beni culturali e paesaggistici, per dimostrare che si possono cogliere obiettivi sfidanti come quelli dell’agenda 2030 senza snaturare un pezzo importante di quella Toscana diffusa che la Regione afferma di voler valorizzare”.
E concludono: “Non nascondiamo la preoccupazione per come le norme in materia abbiano disarmato i sindaci e abbiano lasciato per troppo tempo campo libero alle iniziative private senza governo del territorio, ma con gli strumenti a nostra disposizione non rinunciamo ad esprimere la nostra visione”.