"Vogliamo sostenere la linea della segretaria del Pd Elly Schlein sulla politica estera, in questi giorni oggetto di critiche incomprensibili. Queste critiche hanno portato a una spaccatura all’interno del Pd, capitanata dal presidente Stefano Bonaccini, che mostra un partito senza bussola. Inoltre, la spaccatura riflette una connessione tra una parte del Pd e le élite europee che aliena il consenso dei militanti, prevalentemente schierati con la segretaria. Infatti, la linea di Elly Schlein sulla proposta Rearm EU di Ursula von der Leyen è stata chiarissima. No al riarmo dei singoli paesi, sì all’esercito comune Europeo". Questa la posizione dell'Area Schlein Val di Cornia sulla questione.
"La posizione non è tacciabile di complicità con la Russia ed è consapevole che l’Europa dovrà mostrarsi autonoma dagli Stati Uniti, dove Donald Trump sembra ripensare al ruolo della NATO. Quindi, è legittimo investire in strumenti di deterrenza coordinati tra i paesi UE, ma pensare che la deterrenza si faccia solo con le armi significa riportare le lancette della storia indietro di un secolo. - hanno proseguito in una nota - Oggi, la deterrenza si fa soprattutto con investimenti in infrastrutture e con attività di ricerca e sviluppo (con particolare riferimento all’intelligenza artificiale), tutti strumenti che possono avere importanti ricadute positive anche sulla vita dei cittadini comuni. Non certo incrementando armi che abbiamo già in abbondanza. In questo contesto, è necessario mettere in comune gli armamenti e gli strumenti di intelligence che già ci sono, oltre che i futuri investimenti in una deterrenza giusta. Autorevoli esponenti del Pd affermano che il piano Rearm EU sia un primo passo verso un esercito comune. In realtà, se vediamo i dettagli, è un passo nella direzione sbagliata".
"Si pongono 800 miliardi di euro in spesa per armamenti, di cui 650 miliardi di risorse nazionali, da finanziarsi a debito. L’Europa si limiterebbe a escludere i costi per la difesa dai vincoli del patto di stabilità. In pratica, uno stato debole dal punto di vista economico come quello italiano pagherebbe questo riarmo finanziandosi con titoli a tassi di interesse esorbitanti. Come ha detto Elly Schlein a Il Manifesto 'Non è accettabile che l’allentamento dei vincoli del Patto di stabilità riguardi solo la difesa'. Se lo stato italiano deve indebitarsi, non può concentrarsi solo sulle armi. Sarebbe impossibile spiegare ai cittadini che vedono diminuire i propri servizi sociali che non possono usufruire di prestazioni sanitarie in tempi decenti, perché i cacciabombardieri hanno precedenza sulle macchine per la risonanza magnetica. Il piano Rearm EU rischia di essere una linea politica populista, che si basa su un nemico russo che può potenzialmente fare danni alle nostre democrazie, ma che, dopo tre anni di atroce guerra in Ucraina, non ha i mezzi per un’invasione militare. Al tempo stesso, è un populismo che aliena il consenso dei cittadini, che si vedranno guidati da un’élite che detta priorità che non sono le loro. Al contrario, i cittadini, giustamente, pretendono dai propri governi di effettuare concreti tentativi di riappacificare un mondo sempre più multipolare, oltre che uno Stato che si prenda cura dei loro problemi, anziché giocare alla guerra".
"Ciò non è argomento trascurabile anche in funzione di difesa da un nemico esterno. La coesione sociale della popolazione è infatti argomento prioritario per risolvere delle sfide che possono mettere a rischio la nostra democrazia. Sono quindi necessari maggiori investimenti sociali, nella sanità, nell’istruzione, nella messa in sicurezza del territorio, etc. Non possiamo considerarli come semplici noie che limitano il nostro potenziale militare. Ma sono fattori cruciali che influiscono sulla tenuta stessa della nostra società. Per questo - hanno concluso - stiamo con la segretaria e non con chi ha votato a favore di una risoluzione non vincolante del parlamento europeo che trattava tanti temi di politica estera, ma era destinata ad avallare politicamente la linea di Ursula von der Leyen. Chi ha votato a favore si è rifiutato di sostenere i tentativi di mediazione della segretaria che aveva optato per l’astensione, malgrado la sua contrarietà personale. Per questo ci esponiamo completamente dalla parte di Elly Schlein, per la pacificazione e per gli investimenti in servizi per i cittadini, anziché in armamenti".