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Lavoro mercoledì 31 luglio 2019 ore 16:03

"Il lavoro agricolo sta diventando una giungla"

A scattare una fotografia delle condizioni dei lavoratori agricoli in Val di Cornia sono stati Flai-Cgil, Silf e l'associazione Libera



CAMPIGLIA MARITTIMA — Lavoratori sfruttati, dumping, concorrenza sleale tra imprese: in Val di Cornia per ora non si registrano casi di caporalato ma il mondo del lavoro agricolo sta diventando sempre più una giungla. E' quanto emerso a seguito dell'incontro dello scorso 29 Luglio presso la Camera del lavoro di Venturina tra Flai-Cgil, Silf (Sindacato italiano lavoratori finanzieri) e associazione Libera, presidio Rossella Casini di Castagneto Carducci e San Vincenzo. Al centro dell'iniziativa lo stato di salute dell'economia agricola della Val di Cornia: presenti Nicolò Cortorillo (segreteria generale Flai-Cgil provincia di Livorno), Francesco De Luca (coordinatore provinciale Silf), Enzo Chioini e Laura Catapano (Libera).

Dall'incontro è emerso che in Val di Cornia non sono emerse forme di caporalato ma si rilevano gravi forme di sfruttamento del lavoro. Le vittime sono spesso lavoratori stranieri, magari sprovvisti di permesso di soggiorno, costretti a lavorare tra le 9 e le 12 ore al giorno dal lunedì al sabato (e in alcuni casi anche la domenica) e la loro retribuzione si aggira, nelle migliori delle ipotesi, intorno ai 5 euro l'ora. Nei casi in cui esiste un contratto di lavoro vengono comunque sistematicamente inserite in busta paga solo 60-70 ore, pari a circa 6-8 giornate di contributi al mese: il minimo per poter beneficiare della disoccupazione agricola. 

Un altro serio problema è quello del dumping e della concorrenza sleale tra aziende. Tali condizioni di lavoro, infatti, permettono ad alcune realtà di fissare prezzi dei propri prodotti più vantaggiosi rispetto ad altre imprese che invece rispettano le regole.

"Gli strumenti per cercare di porre un freno alle irregolarità esistono, ma devono essere applicati in maniera corretta. - hanno ricordato gli addetti ai lavori - E' bene ad esempio ricordare che esiste l'impropriamente detta legge sul caporalato, ovvero la legge 199 contro lo sfruttamento del lavoro agricolo: la parte della normativa relativa alla prevenzione e al monitoraggio di simili fenomeni trova difficoltà a essere messa in pratica. Vogliamo inoltre ribadire l'importanza del Protocollo sul caporalato firmato dalla Regione Toscana a fine 2016".

Grazie a questo incontro sono state poste di nuovo sotto la lente tutte le problematiche del settore agricolo e dei lavoratori agricoli. "Con questo incontro speriamo di aver gettato un piccolo seme per contribuire alla lotta contro lo sfruttameneto del lavoro in agricoltura. Resta fondamentale fare sistema e condividere tutte le informazioni a disposizione", hanno concluso Flai Cgil, Silf e Libera.


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