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Sport lunedì 31 luglio 2023 ore 17:06

Alberto Papa, bomber e uomo - spogliatoio

Il miracolo di tornare definitivamente in forma, pronto per essere schierato al centro dell’attacco insieme a Mori. L'intervista di Gordiano Lupi



PIOMBINO — Alberto Papa (1992) è stato il trascinatore emotivo di questo Piombino che ha vinto il premio regionale come squadra più giovane della stagione. Ha aggiunto quel tocco di esperienza che - soprattutto nella fase finale del campionato - sembrava carente, è stato uomo - spogliatoio fondamentale, in campo ha sempre dato il suo contributo; pur in assenza di gol (cosa insolita per un marcatore come lui), è stato autore dell’assist decisivo che ha portato il gol del due a due nel play-out contro l’Atletico Etruria, segnato da Scuglia (partito per altri lidi). Tre anni di inattività e un’infelice esperienza a Venturina l’hanno cambiato dai tempi in cui gli ultras andavano al campo a cantare Siamo venuti sin qua siamo venuti sin qua per vedere segnare Papa, ma la bravura di Brontolone e un ambiente positivo (dove Alberto si sente a suo agio) possono compiere il miracolo di farlo tornare definitivamente in forma, pronto per essere schierato al centro dell’attacco insieme a Mori. Alberto Papa potrebbe essere il vero nuovo acquisto della stagione.

Che effetto ti fa essere il giocatore più esperto di questo Piombino?

Direi non il più esperto, ma il più vecchio (ride).Comunque lo scorso anno eravamo una squadra giovane, io venivo da un lungo periodo di inattività ma ho cercato di fare il massimo per aiutare. Quest’anno, con il ritorno di Alessio Fatticcioni, saremo in due e cercheremo di fare il meglio per tutto. Sicuramente con un anno di esperienza in più alle spalle partiremo un poco più avvantaggiati.

Lo scorso campionato sei stato determinante nel finale di stagione, quando serviva la grinta e la voglia di vincere, soprattutto nell’ultima (decisiva) partita di spareggio.

Ti ripeto, venivo da un lungo periodo di inattività (tre anni) e ho cercato comunque di dare il massimo, di fare il possibile soprattutto fuori dal campo. Quando il mister ha avuto bisogno, ho cercato di dare il mio contributo, anche se non è facile dopo un periodo così lungo di sostae con il mio tipo di struttura fisica. Nel play-out, dopo il secondo gol dell’Atletico Etruria, c’era un po’ di sconforto generale, ma siamo stati bravi e fortunati a reagire subito e io sono contento di aver dato il mio contributo con l’assist che ha portato al pareggio decisivo.

Mi racconti il tuo percorso calcistico? Sei nato nel Salivoli (vera fucina di calciatori). E le altre squadre della tua vita?

Ho iniziato a Salivoli, poi sono andato a Firenze anche se non sono rimasto. Dopo sono arrivato a Cecina, dove ho giocato tre anni. In seguito sono arrivato alla Sampdoria, dove sono cresciuto molto e ho visto come si allenano i grandi avendo avuto l’opportunità di allenarmi con Cassano e Pazzini. Dopo Genova sono tornato a Cecina, dove ho esordito in serie D. Dopo il fallimento della società sono andato a Grosseto e l’anno successivo in Primavera a Livorno. Dopo l’anno di Livorno, sei mesi in serie D a Rosignano e sei mesi a Follonica. A questo punto sono tornato a casa, nella mia Piombino, con un anno intermedio a Venturina, che sarebbe meglio non ricordare per una serie di motivi. Avevo deciso di smettere, ma dopo tre anni di inattività non ho potuto resistere alla chiamata del grande direttore Enzo Madaue sono tornato a indossare la maglia nerazzurra che amo con tutto me stesso.

Perché Venturina è stata una stagione da dimenticare?

Prima di tutto siamo retrocessi. Poi non sono stato molto tutelato dalla società quando i tifosi hanno incolpato dei risultati scadenti chi veniva da fuori, soprattutto noi piombinesi. Venturina è un ambiente molto meno positivo di come viene dipinto dall’esterno. Persino nella gara di spareggio siamo stati bersagliati da fischi e improperi e additati come responsabili della retrocessione, solo perché piombinesi.

Come vedi il nuovo Piombino? Quali sono i vostri obiettivi?

La prossima stagione sarà molto difficile, perché siamo ancora una squadra giovane, quindi il primo obiettivo sarà quello di raggiungere una salvezza tranquilla, non soffrendo fino all’ultimo secondo. Tutto quello che verrà, a salvezza raggiunta, ben venga! Sono contento del ritorno di Alessio che sicuramente ci farà fare un bel salto di qualità.

Mi pare che con Brontolone hai instaurato un buon rapporto. In alcune gare della parte finale del campionato mi sembravi un allenatore in campo ... è solo una mia impressione?

Con il Mister ci conoscevamo, perché avevamo giocato insieme a Cecina. È una persona con la quale mi trovo molto bene, anche perché è sempre disponibile, e quest’anno - sapendo che venivo da un periodo di inattività - non mi è stato molto addosso ma ha cercato di farmi recuperare in tutta tranquillità. Ti ripeto, in campo e fuori ho sempre cercato di aiutare tutti, perché eravamo una squadra molto giovane e incontravamo più difficoltà rispetto alle altre squadre. Ho cercato di dare il mio contributo in fatto di esperienza, sia dentro che fuori dal campo, specie quando i risultati non arrivavano ed eravamo in sofferenza.

Perché avevi smesso di giocare?

Avevo perso le motivazioni. Non avevo più la testa per andare al campo ad allenarmi e la domenica a disputare le partite. Quando una cosa non la fai più con la stessa voglia è meglio fare un passo indietro.

Chi ti ha convinto a ricominciare?

A parte Brontolone, direi Luca Gherardini, mio amico, prima che compagno di squadra, capitano e allenatore, mi ha dato una grande mano, perché mi conosce, sa cosa mi deve dire e quando dirmelo. Sicuramente anche la sua presenza l’anno scorso è stata un fattore importante affinché io decidessi di tornare.

Alberto Papa, attaccante di razza, promessa del calcio cresciuta nel vivaio del grande Salivoli, una scuola di talenti, è pronto a cominciare a sudare agli ordini di Brontolone, a partire dal 4 agosto, sul terreno del Magona. Questa sarà la stagione della sua definitiva rinascita!


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